«Tirocini in Cassa Rurale a 5 euro? È inaccettabile»
L’offerta della Cassa Rurale Vallagarina. Mazzacca, Cgil: «Scorciatoie per avere manodopera a basso costo. Ma i giovani non ci stanno»
TRENTO. I giovani non hanno voglia di lavorare? Ma se offri un contratto da tirocinante ad un laureato, e lo paghi 5 euro lordi all’ora, perché dovrebbe accettare?
Secondo il presidente della Cassa Rurale Vallagarina, Maffei, dovrebbe farlo perché «fa curriculum», e anche perché «almeno noi paghiamo», di solito è gratis.
Abbiamo chiesto di commentare a Cinzia Mazzacca, della Segreteria generale della Cgil del Trentino.
Mazzacca, come giudica il bando per tirocinanti della Rurale?
Dico che è ora di dire basta a tirocini che sfruttano le competenze dei giovani per pochi euro. Il caso della Cassa rurale della Vallagarina è ingiustificabile. Non si ricorre a scorciatoie per risparmiare. Ci sono forme contrattuali adeguate.
Insomma è una «proposta indecente»...
Se ci si chiede perché i giovani laureati trentini lascino la nostra provincia in cerca di lavoro, quanto è apparso sulla stampa nazionale e locale sulla proposta di tirocinio della Cassa Rurale della Vallagarina fornisce una risposta sufficientemente chiara: i ragazzi e le ragazze non vogliono essere sfruttati. E’ inaccettabile lavorare per 5 euro l’ora. Ed è inaccettabile che questa sia la retribuzione che un datore di lavoro, a prescindere dal settore, è disposto ad offrire ad un laureato, pretendendo in cambio competenze e capacità di livello elevato.
Perché lo stage, o tirocinio, è pur sempre un lavoro.
Troppo spesso in Italia, e il Trentino non fa eccezione, si ricorre a stage e tirocini per avere manodopera a basso costo. Nient’altro dunque che delle scorciatoie per ridurre il costo del lavoro.
Perché è una pratica da condannare?
Un ragionamento miope, che alla lunga impoverisce il nostro tessuto economico e sociale, visto che saranno sempre di più i giovani disposti a mettersi in gioco in contesti territoriali diversi per vedere valorizzate e giustamente riconosciute le proprie competenze.
Un’ipotesi che si fa sempre più concreta anche alla luce delle dinamiche del mercato del lavoro europeo che ha visto aumentare nell’ultimo anno il numero di posti di lavoro vacanti che, come segnala Eurostat, ha raggiunto il massimo andando oltre la soglia del 3% nel terzo trimestre 2022. Una carenza di manodopera che è frutto dell’intreccio di più fattori, calo demografico, minore disoccupazione e crescente numero di dimissioni. In questo quadro il mercato del lavoro è più mobile e competitivo e i giovani saranno spinti ad andare dove le condizioni sono migliori.
Anche per questa ragione tirocini e stage non possono essere la porta d’ingresso per accedere al mercato del lavoro, scambiando mesi di lavoro gratuito o sotto-retribuito con un adeguato periodo di prova contrattualmente previsto. Il tirocinio è tale se è effettivamente funzionale all’apprendimento e non piuttosto all’esercizio di una prestazione lavorativa. Difficile pensare che un incarico così corposo possa essere compatibile con un'attività formativa in favore del tirocinante; più facile invece pensare che per svolgerlo il tirocinante debba stare a vincoli di orario e a direttive impartite dal datore di lavoro. Sarebbe, dunque, come spesso accade un espediente per mascherare l’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato.
Una pratica diffusa in tutta Italia. L’autonomia trentina potrebbe offrire soluzioni?
Proprio per ridurre questo uso distorto il Trentino dovrebbe cominciare ad attivare dei percorsi di apprendistato duale anche per i livelli formativi più alti, università compresa, in cui l’alternanza tra formazione in aula e percorso lavorativo diventi un’occasione di crescita per lo studente, ma anche un modo per ridurre la distanza con il mondo del lavoro. E il tutto avverrebbe in un sistema di garanzie contrattuali ben definite.
Esistono degli esempi?
Questo è già realtà in diversi Paesi europei e sistemi di questo tipo possono favorire la sinergia tra formazione e imprese, ma anche mettere un argine all’uso improprio degli stage, di cui purtroppo la Cassa Rurale della Vallagarina è solo un esempio.