Test antidroga «ambiguo» militare ricorre al Tar

Il controllo del ministero era positivo ma i due fatti dall’uomo erano negativi Messo in aspettativa, ha raccolto una prima vittoria davanti ai giudici



TRENTO. Sottoposto ad un drug test (ossia ad un controllo per eventuali assunzioni di droga) era stato trovato positivo. Ma lui ha altre due rilevazioni che lo indicano come assolutamente negativo. E così la questione degli esami e dei risultati è finita davanti ai giudici del Tar con un ricorso. Un ricorso che appare, come scrivono i giudici amministrativi, «assistito da consistente fumus boni iuris» tanto che è stata accolta la richiesta di sospensiva che riguarda anche il collocamento in aspettativa per 120 giorni.

Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio, ossia dal controllo sull’assunzione di droga che viene fatto all’uomo in quanto militare in servizio. Il giorno successivo al prelievo delle urine, l’uomo - ravvisando delle incongruenze sul modo in cui era stato effettuato il test - per fugare ogni dubbio va in una struttura privata per sottoporsi alle stesse analisi. E qui c’è la prima discrepanza. Per il Ministero della Difesa l’analisi indica una «pregressa positività ad assunzione di stupefacenti in attuale negativizzazione», per il laboratorio privato, una totale negatività. Il militare va allora al laboratorio dell’Azienda sanitaria per l’analisi specifica del pelo pubico. E anche in questo caso il risultato è di totale negatività. Dal ministero però arriva una nota con un giudizio di idoneità al servizio con esenzione per la guida di veicoli militari e l’addestramento a fuoco. E poi dai suoi superiori il collocamento in aspettativa per 120 mesi. Parte quindi il ricorso al quale viene allegato il parere medico legale che sottolinea «l’esito negativo delle indagine sul campione prelevato che denotano il non uso di cocaina oppiacei, anfetamine, cannabinoidi, almeno negli utlimi 12 mesi». Insomma non ci sarebbe stata una positività neppure pregressa.

Davanti a tutto questo i giudici del Tar hanno accolto la richiesta di sospensiva dei provvedimenti che sono stati presi nei confronti del militare. Fissando l’udienza nella quale si entrerà nel merito, il Tar ha anche condannato il ministero della Difesa al pagamento delle spese della fase cautelare che sono state fissate a mille euro.

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