Supermercati, confermata la chiusura domenicale
L’ordinanza. Fugatti ha firmato per lo stop fino al 14 giugno: «Valuteremo per le zone turistiche» Ma i sindacati chiedono una scelta definitiva: «La liberalizzazione non ha portato alcun vantaggio»
Trento. I negozi alimentari resteranno chiusi la domenica almeno fino al 14 giugno, mentre parrucchieri ed estetiste avranno orario libero fino alla stessa data. Lo ha detto ieri il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, annunciando una nuova ordinanza. Lo stop potrebbe prolungarsi anche oltre quella data - ha fatto intendere ieri Fugatti - mentre una valutazione diversa potrebbe essere fatta per le zone turistiche.
I sindacati hanno chiesto invece nna scelta definitiva sulla chiusura festiva e domenicale di negozi e supermercati: Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs sul tema hanno inviato una lettera al presidente della giunta provinciale. Domane scade l’ordinanza con la quale si era stabilito di tenere chiuso tutte le domeniche e le giornate festive durante l’emergenza. «Crediamo sia il tempo di passare da un provvedimento temporaneo ad una scelta di più ampio respiro, coinvolgendo anche il Consiglio provinciale su un percorso normativo che fissi regole chiare e ponga fine alle aperture sempre – dicono i tre segretari provinciali Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher -. È dai tempi del decreto Salva Italia del Governo Monti, nel 2011, che chiediamo che la Provincia legiferi su questo aspetto, dando un contributo concreto al miglioramento delle condizioni di lavoro degli addetti del settore».
«La liberalizzazione di orari e giorni di apertura- sostengono i sindacati - non ha mai prodotto un incremento dei consumi, né maggiore occupazione, ma solo un peggioramento delle condizioni di chi lavora che, in questo modo, fatica il doppio a conciliare la vita lavorativa con quella familiare. E anche i nuovi contratti, quando sono stati attivati, sono stati per lo più precari». «Non si è creata buona occupazione e chi già lavorava nel settore ora sta peggio – insistono i sindacalisti -. E anche sul fronte dei consumi è difficile pensare che in un momento di crisi come quello attuale siano le serrande aperte la domenica a spingere le famiglie a spendere di più. Per sostenere i consumi serve ben altro». Per Filcams, Fisascat e Uiltucs invece non va sprecata l’occasione di fare un passo avanti a vantaggio dei lavoratori che anche durante l’emergenza non si sono mai tirati indietro, anche facendosi carico si preoccupazioni e paure per la loro salute. “Questi mesi pur con le restrizioni dell’emergenza sanitaria hanno dimostrato che un nuovo modello di consumo sostenibile è possibile. Adesso è il momento di guardare al prossimo futuro e porre le basi per un sistema più rispettoso della qualità del lavoro e della vita dei lavoratori”, concludono i tre sindacalisti.