Solidarietà in Afghanistan, parte il Genio

Circa 200 alpini trentini resteranno sei mesi, fino alla prossima primavera, per supportare il governo locale



TRENTO. Sono pronti per partire per l'Afghanistan i circa 200 alpini trentini del 2º Reggimento Genio. Qui resteranno sei mesi, fino alla prossima primavera, per supportare il governo locale ma anche per coordinare alcuni piccoli interventi di sostegno alla popolazione locale e per alleviare le sofferenze dei tanti residenti in questa difficile zona del Medio Oriente. Ieri il presidente ha saluto ufficialmente il colonnello Pierluigi Scaratti, comandante del Reggimento, al quale sono affidate le operazioni italiane in Afghanistan.

«Vorrei esprimervi un augurio speciale e, immagino, difficile: auspico infatti che la vostra presenza in questa zona di guerra serva per trovare la via della pace. Ma vorrei anche farvi sentire tutta la vicinanza della comunità trentina - ha esordito il presidente Lorenzo Dellai -, che sarà con voi in questa pericolosa missione. Oggi salutiamo una comunità di persone, il Genio guastatori, che fa parte della nostra città e che è impegnata in un'esperienza difficile ma importante. Sappiamo che anche in questo caso i militari italiani saranno al fianco delle popolazioni e porteranno avanti alcuni piccoli ma significativi progetti, iniziative che saranno supportate anche dalla Provincia autonoma di Trento».

Il colonnello Scaratti ha ricordato i numerosi interventi dei genieri alpini in zone difficili, l'ultimo proprio a Haiti, a favore della popolazione colpita lo scorso gennaio da un violentissimo sisma. Nessuna azione di guerra, per il Genio alpini, solo un supporto nella gestione della rete stradale e, soprattutto, un concreto impegno verso le comunità residenti. Proprio su questo fronte si inserisce il progetto a cui la Provincia darà un fondamentale contributo. «In Afghanistan - ha spiegato l'assessore alla solidarietà Lia Beltrami - abbiamo due associazioni, ma è impossibile operare fuori da Kabul per questioni di sicurezza. Grazie all'esercito invece possiamo portare il nostro aiuto anche fuori e in modo particolare in un villaggio sulle montagne dove esiste una scuola impraticabile d'inverno perché senza tetto e infissi. E' un edificio destinato all'educazione femminile. Il nostro primo intervento sarà quello di rendere abitabile la scuola, poi provvederemo con penne, quaderni, libri e infine con altri progetti a sostegno della formazione lavorativa delle ragazze».













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