il caso

Siae, niente musica sui social Meta. Carollo: "Serve un accordo"

Salta l’accordo fra la compagnia di Facebook e Instagram: i brani degli artisti italiani non potranno essere usati nei «post»


Gigi Zoppello


TRENTO. La doccia fredda è arrivata giovedì 16 marzo: il mancato accordo fra Siae e gruppo Meta (Facebook e Instagram, fra gli altri) renderà indisponibile la musica italiana sulle piattaforme social. E la società dei potenti social media intende «rimuovere progressivamente la musica di Siae dai propri cataloghi». Gli utenti di Facebook e Instagram, ad esempio, non potranno più caricare musica italiana o di autori italiani nelle loro storie e nei reel, e probabilmente, in fase di pubblicazione, verrà loro offerta l’opzione di scegliere un brano diverso, non tutelato da Siae. Anche se pare vi siano ancora spiragli di raggiungere un compromesso, visto che lo stesso problema si era presentato mesi fa con Google, ma poi era stato risolto senza forzature.

Ma che cosa succede, in pratica, per i detentori dei diritti? Lo abbiamo chiesto ad un produttore ed autore trentino conosciuto nel mondo, il roveretano Agostino Carollo, in arte Spankox.

Carollo, lei è un autore Siae? Quindi la decisione la riguarda?

Sì, i miei brani sono tutti registrati alla Siae, quindi anche la mia musica ne è affetta.

Ha capito cosa è successo?

Seplicemente la Siae, quando ci sono grandi piattaforme che utilizzano i brani per la sincronizzazione, e danno all’utente la possibilità di associare la musica ai post, agisce con un accordo di licenza. L’accordo è necessario, senza il quale il titolare non può utilizzare i brani.

Questo vale per tutto il mondo?

Certo, è quanto prescrive la legge sul diritto d’autore e la proprietà intellettuale.

E adesso cosa cambia?

I dettagli non li sappiamo nemmeno noi, ad esempio non si sa bene da quando il divieto entrerà in vigore, e se sarà graduale. Comunque è strano che il bando venga fuori il 15 marzo: o è già scaduto da inizio anno, o deve ancora scadere. Ovviamente la conseguenza è che senza licenza, Meta non può pubblicare o trasmettere o mettere a disposizione i brani iscritti al catalogo Siae del repertorio. E questa è la cosa certa.

Per voi è importante?

Per chi vive di musica, come me, è un aspetto fondamentale. Per questo spero ed auspico che un accordo venga trovato.

I social media sono molto importanti, per un musicista?

Sì, ormai sono fondamentali. Noi autori, da questa situazione, ci rimettiamo, perché tutti i musicisti italiani vedranno svanire i propri brani dall’utilizzo del loro pubblico. Ma è un danno anche per gli utenti dei social. Ormai i social e la musica sono una parte del nostro quotidiano: la vita non sarebbe più la stessa.

Ma è un problema che potrebbe essere applicato retroattivamente? Cioé si potrebbero cancellare i brani da post già pubblicati?

Quello sicuramente no, nelle normative del diritto d’autore nulla può essere reatroattivo. Quello che è stato pubblicato finora, è stato pubblicato sotto un accordo di licenza in corso di validità. Ora però si tratta di rinnovare l’accordo, con Siae come con tutte le consorelle che curano i diritti d’autore.

Carollo, quanto conta, oggi, per un autore, il mercato dei social media?

Non è l’unico canale di diffusione della propria musica, ma direi almeno il 30 per cento. Non è poco.

Il fatto è che sui social ormai gli autori si promuovono: non è quindi solo una questione di introiti, ma anche di promozione e diffusione: i più grandi successi delle ultime stagioni, ormai, sono stati lanciati dall’uso del pubblico sulle piattaforme social.

 













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