«Scuola, per colmare i vuoti  largo ai giovani laureati» 

La proposta. I sindacati chiedono che gli istituti possano chiamare fin da subito chi ha presentato la messa a disposizione. Tra di loro molte persone che hanno ottenuto il titolo dopo il 2017


Ubaldo Cordellini


Trento. «Vuoti negli organici degli insegnanti ce ne sono e la situazione sarà ancora più pesante a orario pieno, dalla settimana prossima. Per questo si faccia largo ai giovani. Si inizino a chiamare i giovani laureati che hanno presentato la messa a disposizione». Cinzia Mazzacca della Cgil scuola chiede che il Dipartimento della Conoscenza e la Provincia cambino passo e affrontino con un’ottica nuova il problema degli insegnanti che mancano e quello dei lavoratori fragili: «Sono due nodi che si intersecano perché presto ci potranno essere altri vuoti in organico proprio perché ci sono molti docenti con più di 55 anni e con malattie croniche che potrebbero essere incompatibili con l’insegnamento frontale. Il Dipartimento ci ha spedito le bozze della circolare sui lavoratori fragili secondo le quali questi insegnanti potranno essere impiegati anche in smart working o in altri compiti, come in biblioteca. Questo, però, aprirà altri vuoti e lascerà vacanti delle cattedre. Ci hanno segnalato, ad esempio, che chi ha presentato la messa a disposizione, la cosiddetta Mad, non è stato ancora chiamato. Sono in molti perché si tratta di tutti i laureati dopo il 2017. Da allora, infatti, le graduatorie di Istituto sono chiuse, quindi per i giovani o per chi si è avvicinato al mondo dell’insegnamento in questi ultimi anni questa è l’unica strada. Ci hanno detto che le Mad sono state seimila. Per questo chiediamo che si inizi a pescare da queste. Finora non lo hanno fatto perché viene sempre seguita la procedura cercando prima tra chi è in graduatoria. Poi le segreterie delle scuole sono oberate di lavoro in questo periodo. Ora è importante accelerare per evitare che ci siano danni alla continuità didattica».

Anche Pietro Di Fiore della Uil Scuola chiede al Dipartimento di accelerare il passo: «Il Dipartimento di dando una mossa ora. Ad esempio aveva diramato una circolare con la quale chiedeva ai dirigenti scolastici di iniziare a chiamare i supplenti per gli spezzoni solo a partire da lunedì scorso e questo ha ritardato di molti i tempi. Si poteva iniziare come per le cattedre intere dai primi di settembre. In questo modo ci sarebbe sato più tempo e non saremmo stati in affanno. Ora, invece, molte scuole sono in difficoltà. E c’è anche il problema dei lavoratori fragili. Molti insegnanti che hanno patologie croniche e sono un po’ avanti con l’età si sono sentiti dire dai dirigenti scolastici che avrebbero dovuto presentare un certificato medico e matteri in malattia. Ma questo non è giusto. Non sono malati e possono dare il loro contributo. Se si mettono in malattia dovranno essere sostituiti. Così la Provincia pagherà due stipendi per un solo lavoro. Invece potrebbero dare il loro contributo in un altro ruolo. Si tratta solo di trovarlo».













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