Scontro fra Circoscrizioni sull’uso della “scorciatoia” 

Via di Pietrastretta. La strada non è in grado di reggere il traffico consistente di chi scende dalla collina e si dirige in centro: braccio di ferro fra favorevoli e contrari al senso unico


Daniele Peretti


Trento. Per il futuro di via di Pietrastretta è braccio di ferro tra presidenti di Circoscrizioni. Stefani dell’ Argentario è favorevole al ripristino della vecchia viabilità, mentre Claudio Geat del Centro Storico – Piedicastello vorrebbe confermare il senso unico, oggi sperimentale. La scadenza è fissata per il mese di giugno ed allora dovrà essere il Comune a pronunciarsi.

Per anni via di Pietrastretta è stata la scorciatoia per raggiungere il centro di città, utilizzata da chi scende dalla collina. Solo che la via non è strutturalmente in grado di reggere il traffico di una strada di scorrimento. A parte due curve a gomito, non sono presenti marciapiedi e la sicurezza dei pedoni non è per nulla garantita. «In sostanza – commenta Geat- col doppio senso di marcia tutti i benefici vanno a chi scende dalla collina, mentre ai residenti resta solo lo smog. La soluzione sperimentale è a senso unico per la prima parte in discesa, in tutto una cinquantina di metri e poi ridiventa a doppio senso. In questo modo ad essere privilegiati sono i residenti». Per chi scende dalla collina, le alternative sono rappresentate da via Cervara o dalla circonvallazione.

Su via di Pietrastretta è stato effettuato anche un sopralluogo con l’ingegnere Delaiti dell’Ufficio Tecnico del Comune, dal quale è risultato: «E’ risultato che non abbiamo le misure minime per normalizzare la via la cui larghezza è di poco più di 5 metri, quando per due corsie ne sarebbero necessari 6. In più il marciapiede dovrebbe avere una larghezza minima di 1 metro e 20, l’alternativa sarebbe solo un allargamento della strada con una struttura pensile, ma avremmo dei costi improponibili». L’attuale assetto sperimentale è quindi l’unica possibilità che salvaguarderebbe i numerosi pedoni che la percorrono quasi esclusivamente in discesa e i residenti: «A questo proposito voglio ricordare come da molte case si esca direttamente sulla strada senza nessuna protezione e come col senso unico si potrebbe risolvere anche questo problema».

Sul futuro di via Pietrastretta è da segnalare anche una domanda d’attualità presentata da Vittorio Bridi, consigliere comunale della Lega che chiede all’amministrazione comunale l’abolizione del senso unico. La richiesta parte dal presupposto che la strada sia di fatto l’unico accesso alternativo per raggiungere la città, in caso di blocco della stra provinciale numero 47, ma anche in caso di chiusura della tangenziale dovuta ai lavori di costruzione del nuovo svincolo per l’Interporto e Trento Nord. Inoltre nel suo documento, Bridi riporta anche il parere contrario espresso dal Consiglio di Circoscrizione dell’Argentario. Come si può capire, quella del senso unico di via Pietrastretta resta una questione aperta e di non facile soluzione.

Se ne saprà di più solamente dopo l’11 giugno quando terminerà il semestre sperimentale.

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