Sass Maor, tutti chiusi gli accessi alle vie

Ordinanza del sindaco di Tonadico, Gadenz, dopo la frana sulla parete est


Raffaele Bonaccorso


PRIMIERO. Inizia a delinearsi in modo più esatto quanto accaduto una settimana fa col consistente distacco di roccia alla base della parete Est del Sass Maor, nel gruppo delle Pale di San Martino. La frana ha interessato un triangolo roccioso di circa 40-50 metri di base e 80-100 d'altezza. È difficile capire i metri cubi precipitati, ma potrebbero essere circa 1000 metri cubi. Il movimento franoso si è verificato nei primi giorni della settimana scorsa, ma solo l'altro ieri le guide alpine di Primiero, su richiesta della Sat di Trento hanno compiuto un sopralluogo che ha portato poi all'ordinanza emessa ieri dal sindaco di Tonadico, competente per territorio, che prescrive la chiusura temporanea del Sentiero Sat "Via Ferrata del Cacciatore".

«Sul conoide alla base della parete orientale del Sass Maor - si legge nell'ordinanza del sindaco Aurelio Gadenz - si è riversata una certa quantità di detriti a causa del cedimento di un ingente ammasso roccioso fino a lambire la sottostante località "Portela" a quota 1.627 m, presso il bivio per il sentiero E719. Attualmente la zona può essere considerata a rischio finché l'area sottostante non si sia naturalmente stabilizzata, liberandosi degli ultimi residui del crollo». La chiusura interessa quindi il sentiero Sat E 742 "Via Ferrata del Cacciatore", da località "Portela" - bivio E 719, a quota 1.627, fino al bivio E747 - inizio "Ferrata Buzzati", versante Sud-Est della Cima Stanga, a quota 2.420.

«Come guide alpine, su incarico della Sat di Trento, siamo titolari della manutenzione dei sentieri che attraversano le Dolomiti del gruppo delle Pale di San Martino - spiega Tullio Simoni, guida alpina e gestore del Rifugio Treviso, nella Val Canali, autore anche delle foto pubblicate dal nostro giornale - ecco perché abbiamo effettuato il sopralluogo nella zona della frana, in modo da verificare la situazione che si era venuta a creare.

In effetti proprio il sentiero Sat "Via ferrata del Cacciatore" è rimasto compromesso dal distacco delle rocce. Non è stata invece toccata la famosa via tracciata da Manolo e cioè la "Supermatita" che rimane poco più a sinistra sul bordo della frana. Attraverso il sentiero del Cacciatore - spiega Tullio Simoni - si accede a diverse via classiche per scalare il Sass Maor e prima fra tutte la celebre via "Solleder", ma anche l'attacco diretto alla variante "Bettega - Gilli - Gorza", la via del "Massarotto" sulla Est del Sass Maor, la via "Masada". La chiusura del sentiero è una precauzione opportuna. Visto che non c'è tanta neve, degli escursioni potrebbero avventurarsi sul sentiero che resta piuttosto pericoloso. Potrà essere ripristinato appena il tempo lo permetterà».













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