Sait prepara lo sbarco a Bolzano 

Commercio. L’annuncio del presidente Simoni al convegno sul futuro del consorzio: «Sarà a marchio Coop e con un partner altoatesino» La presidente della Federazione Mattarei: «Quanto prima gli stati generali del consumo per rinnovare il patto con le nostre Famiglie» 


Valentina Leone


Trento. Il tempo dei tagli e della riorganizzazione è appena passato, e il Sait, per rilanciarsi, guarda anche oltre il territorio provinciale: nel 2020, infatti, è prevista un’importante apertura in Alto Adige, a Bolzano. Luogo ancora top secret, «ma posso dire che sarà in una posizione assolutamente strategica e di primo piano, una struttura importante», ha spiegato Roberto Simoni, da pochi mesi presidente del consorzio, a margine del convegno tenutosi ieri nella sala della Cooperazione per celebrare i 120 anni del Sait, dal titolo “Sait: quale evoluzione?”. «Ci avvarremo di una cooperativa altoatesina, il negozio sarà a marchio Coop e noi saremo in qualche modo l’ombrello dell’iniziativa, dando piena collaborazione», ha poi aggiunto Simoni.

In provincia di Bolzano, d’altra parte, la presenza di Coop è ancora molto limitata, con pochissime insegne, la più importante delle quali si trova a Bolzano, in via Macello. Le nuove aperture e le ristrutturazioni dei negozi esistenti saranno in effetti un pilastro del rilancio annunciato anche ieri, confermando che l’energica pettinata data al sistema cooperativo dalla gestione Dalpalù - Picciarelli — e che a 80 dipendenti è costata il posto - permettere ora l’agibilità necessaria per consolidare e fare qualche nuovo investimento. «Riteniamo che negozi sui quali non si è mai intervenuti per oltre dieci anni necessitino oggi di una ristrutturazione e, come abbiamo già avuto modo di vedere, i punti vendita sui quali abbiamo già agito stanno dando risultati eccellenti», ha aggiunto Simoni. Così, oltre al già annunciato re-styling del super store coop di via Degasperi a Trento, sul quale ancora ieri si è ribadita la volontà di investire tutto il margine guadagnato dalla vendita del super store di Rovereto, uno dei prossimi negozi interessati potrebbe essere il negozio di Predazzo. Certo, qualche famiglia cooperativa che non naviga in buone acque c’è, e ieri lo hanno ribadito sia Simoni che la presidente di Federcoop Marina Mattarei, raccontando di un lungo venerdì sera in val di Cembra proprio per affrontare «una situazione che ci sta preoccupando molto», ha detto Mattarei, la quale, prendendo la parola al convegno, ha espresso qualcosa di più di un auspicio: «Chiedo, e mi rivolgo in particolare a Simoni, che vengano avviati quanto prima gli stati generali del consumo: dopo l’opera di riorganizzazione, ora serve ricucire e rinnovare quel patto con le nostre famiglie cooperative, specie quelle più in difficoltà, e i territori».

Il presidente, dal canto suo, ha parlato di «una battaglia che combattiamo ogni giorno, e che è quella di tenere aperti negozi il cui andamento, allo stato attuale delle cose, è assolutamente anti-economico. Punteremo su assortimenti che siano sostenibili, prodotti a marchio, un layout accattivante: si ragiona cercando di riportare le attività in positivo o, almeno, ad una riduzione significativa delle perdite».

E ancora sui sacrifici e le sforbiciate degli ultimi anni Simoni ha poi aggiunto: «Tanta parte della società trentina ci ha accusati di aver perso lo spirito consortile e cooperativo solo perché abbiamo voluto più efficienza e produttività, quest’ultima parola forse ancora vista come una bestemmia da qualcuno: sia chiaro, senza produttività non è più pensabile fare solidarietà. Difronte a una stagnazione dei consumi, difronte a tutti i cambiamenti che sono in corso nella società, non è più possibile fare diversamente, anche se forse c’è ancora qualcuno che crede sia meglio una macchina inefficiente ed elefantiaca che fatica a stare sul mercato».

Sulle sfide del futuro, dal fenomeno delle consegne a domicilio alla crescita dei discount, si è infine concentrato l’intervento di Maura Latini, amministratore delegato di Coop Italia, che ha ricordato come «i salari in Italia sono ancora ad un -9% rispetto ai livelli pre-crisi e siamo l’unico paese europeo che non ha recuperato: siamo oggi per tanti aspetti un paese ingiusto, con tante disparità tra donne e uomini e con l’ascensore sociale bloccato per i giovani. Ma le Coop che si occupano di consumo devono dare risposte a tutti, coscienti che ad esempio ancora oggi non ci sono tanti consumatori consapevoli di quale sia il giusto prezzo per un prodotto, e poi investendo e operando scelte anche impegnative».















Scuola & Ricerca

In primo piano