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Rovereto, insegue per strada i figli con un coltello

L’uomo è stato bloccato dai due ragazzi che hanno chiamato la polizia. Il cinquantunenne denunciato a piede libero



ROVERETO. Non è ben chiaro cosa abbia spinto un uomo di oltre cinquant’anni a gettarsi per strada all’inseguimento dei due figli, nemmeno di primo pelo, brandendo un coltello e gridando loro oltre a una serie di epiteti pesantissime minacce di morte. L’ipotesi più probabile è quella di una lite familiare, dato che prima di quest’ episodio tutti e tre erano a casa del padre, in viale Verona.

Tra padre e figli però dev’essere accaduto qualcosa - forse una frase di troppo, un insulto scappato di bocca, o forse un semplice malinteso: su questio aspetti i poliziotti del commissariato di via Sighele stanno ancora cercando di fare chiarezza - al punto che l ’uomo, un kossovaro di 51 anni, ha iniziato ad inseguire prima uno e poi entrambi i figli: uno ha 28 anni e vive a Rovereto da solo, suo fratello invece risiede in Kossovo ed è probabile fosse a Rovereto in visita ai parenti in occasione delle vacanze natalizie, ospite del fratello.

Cosa sia accaduto tra i tre consanguinei, cosa si siano detti (o fatti) di così grave da far esplodere la rabbia del padre, è cosa ancora misteriosa e nessuno dei tre protagonisti della vicenda ha saputo fornire dettagli esaurienti ai poliziotti. Sta di fatto che giovedì nel tardo pomeriggio in corso Verona si è verificata una scena quasi surreale: i due giovani in fuga a gambe levate, inseguiti dal padre che minacciava di ucciderli entrambi. A rendere molto convicenti le minacce c’era il coltello - un multiuso a serramanico, col quale lì’uomo aveva di sicuro più probabilità di farsi del male da solo piuttosto che riuscire a ferire anche di striscio uno dei due figli - che il padre brandiva con una mano.

I due ragazzi dapprima si sono dati alla fuga, per evitare di venire a contatto con il padre fuori di sè e infuriato come un toro alla corrida. Ma poi, mentre scappavano verso via Benacense - forse sperando che in una zona più affollata le ire del padre si placassero - si sono guardati negli occhi e capendo di essere comunque in superiorità numerica hanno deciso di affrontare il furente genitore. Così, ormai giunti nei pressi del supermercato Dpiù, si sono voltati e hanno impiegato poco a disarmare il padre e immobilizzarlo a terra.

A questo punto, quando la vicenda sembrava esaurita, hanno chiamato il 113 e nell’arco di qualche minuto sul posto è arrivata la volante del commissariato con a bordo una squadra di agenti che ha trovato l’uomo ancora a terra, immobilizzato dai figli. Gli agenti, dopo aver ascoltato il racconto del figlio ventottenne (l’altro, residente in Kossovo, non parla italiano) hanno preso in consegna il cinquantunenne della ex Jugoslavia, accompagnandolo al commissariato per gli accertamenti di rito. Nel frattempo è stato avvisato dei fatti il dirigente del commissariato di Riva Giuseppe Grasso, che in questi giorni sostituisce la collega Ilva Orsingher, in ferie.

Ai poliziotti, i ragazzi hanno consegnato il coltello a serramanico usato dal babbo nell’inseguimento, a riprova della veridicità del loro racconto. Del resto, il padre non aveva molti argomenti per replicare e le circostanze facevano sì che negare l’evidenza fosse controproducente. Tuttavia nessuno dei tre è stato in grado di spiegare il motivo dell’esplosione di rabbia che ha portato il cinquantunenne a inseguire per strada i figli con un coltello in mano. Identificati tutti e tre, il padre è stato denunciato a piede libero per minacce aggravate e quindi, espletate le pratiche e firmati i verbali, l’uomo è stato rimesso in libertà.













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