«Raccogliamo lo spirito di integrità di Benedetti» 

Lorenz indica il vecchio presidente come il faro per far tornare sereno il clima della Mutua e poi annuncia: «Spingeremo sempre di più sul ramo Vita»



TRENTO. «Sono soddisfatto perché è stata un’assemblea ordinata ed è venuta fuori la vera natura della mutua. La contrapposizione è stata sana». Il presidente, uscente e nuovo Fabrizio Lorenz, parla con voce roca, ma anche con un po’ di comprensibile baldanza, dopo un risultato del genere. Congiunge le mani e spesso sposta il peso sulle punte, quasi a sottolineare che chi comanda è lui. Però il primo pensiero è per la compagnia e per negare che ci sia una spaccatura: «La dialettica è normale, ma ora ci attende un lavoro comune per la Mutua. L’obiettivo di tutti noi deve essere riportare la Mutua dove deve stare».

Nelle parole di Lorenz, come in quelle del direttore generale Raffaele Agrusti poi e anche in quelle di Girardi, torna spesso il prefisso ri, riportare, ripartire, riannodare. Tutti verbi che sottolineano come lo scandalo per le presunte truffe e raggiri ai danni dell’Itas abbia tracciato un solco, un baratro che tutti vogliono superare al pipù presto. Gli stessi dipendenti in servizio per l’assemblea ne parlano con gli occhi bassi e con una sorta di magone in gola. E Lorenz che lo sa schiarendosi la gola evoca il padre nobile dell’Itas: «Dobbiamo riannodare il filo spezzato e raccogliere l’eredità di Edo Benedetti, vero interprete dello spirito della Mutua». Sul piano operativo il presidente conferma di voler puntare sul ramo Vita: «Dobbiamo crescere con equilibrio e disciplina e percorrere una strada verso una maggiore redditività. Spingeremo sul ramo Vita, ma con prodotti che siano in grado di autoalimentarsi. A questo scopo, lo avevamo già detto, faremo un aumento di capitale di 30 milioni proprio per il Vita che ha già fatto segnare risultati in netta crescita. Ma deve essere un settore che non deve assorbire troppo capitale e deve essere in grado di autoalimentarsi. Sta a noi assicurare questo equilibrio». Lorenz non si sottrae neanche alle domande sulle grane giudiziarie. Sul processo nei confronti di Ermanno Grassi e altre quattro persone per le presunte truffe ai danni della compagnia dice: «Nel processo ci siamo costituiti parte civile e se ci saranno responsabilità penali noi saremo pronti ad agire in tutte le sedi».

Ma l’altro nodo, quello che ancora non è stato sciolto, è il debito con Vhv che in bilancio era stato camuffato come capitale da socio sovventore. Lorenz ripete che nessuno ne sapeva nulla, a parte l’ex presidente Giovanni Di Benedetto e Ermanno Grassi: «Noi lo abbiamo scoperto ad agosto e lo abbiamo segnalato a Ivass ai primi di agosto. Poi l’Istituto ha fatto partire l’inchiesta per falso in bilancio della Guardia di Finanza e della Procura. Vedremo come andrà a finire. Ripeto che noi non lo sapevamo prima a abbiamo subito agito per fare chiarezza». (u.c.)













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