Quando la merenda aiuta a trovare un «convivente»

Ieri alla Circoscrizione S.Giuseppe-S.Chiara un incontro per far conoscere il Progetto Casa Solidale. Dal 2009 le coabitazioni hanno raggiunto i 650 mesi


di Luca Marognoli


TRENTO. Tutto inizia con una merenda tra “sconosciuti” che si può consumare solo collaborando gli uni con gli altri. I partecipanti vengono divisi in sei gruppi a ciascuno dei quali viene consegnato un pacco: c’è chi riceve la pizza e chi il coltello per tagliarla, chi il cous cous e chi i piatti. Nessun gruppo può mangiare niente senza l'aiuto di tutti gli altri. È un primo esperimento di condivisione, per rompere il ghiaccio e conoscersi quello che è avvenuto ieri pomeriggio nell’auditorium della Circoscrizione S.Giuseppe - S.Chiara, a cura dell’Associazione Ama Auto mutuo aiuto.

Tra qualche mese alcuni di quegli “sconosciuti” potrebbero diventare conviventi, cioè decidere di vivere nella stessa casa o nello stesso appartamento. Si chiama Progetto Casa Solidale, è partito nel 2009 e ha già raggiunto quota 71 coabitazioni, per un totale di 624 mesi a dicembre 2015 e di quasi 650 ad oggi: l’equivalente di più di 50 anni! La maggior parte delle coabitazioni (18) riguarda l'Alta Valsugana, la Val di Non e il Comune di Trento, ma il progetto è attivo su tutto il territorio provinciale.

«Le coabitazioni sono a tempo determinato e non illimitato», chiarisce Camilla Bettella, psicologa di Ama, che assieme alla collega Lucia Velame è responsabile del progetto. «Prima di accogliere una persona si hanno diverse opportunità di incontro e approfondimento. E soprattutto è chi ospita che decide a chi aprire le porte della propria casa e per quanto tempo».

L’esperienza fin qui maturata insegna che le coabitazioni «funzionano bene se c'è una certa differenza di età, perché i bisogni non stridono e non sono in competizione tra loro, anzi la persona più matura può fare da guida all’altra ma è contemporaneamente arricchita di entusiasmo e di aiuto concreto nelle faccende di casa da quella più giovane». Questa però non è la regola: le soluzioni possono essere diverse, purché vi sia l’intesa tra i “partner”. Finora ha funzionato tutto molto bene - continua Bettella - «perché lavoriamo molto a monte affinché se ci sono problemi emergano prima di arrivare alla convivenza». Un altro aspetto interessante è che «entrambe le persone mantengono la propria autonomia, i propri impegni e spazi personali e mentali, con in più questa condivisione di momenti sia dentro che fuori da casa. C’è chi ha la passione del cinema, chi delle passeggiate...».

La maggior parte delle ospitanti sono donne «e di conseguenza sono quasi tutte coabitazioni al femminile, anche se quelle al maschile sono andate altrettanto bene».

Nella stessa sede di via Giusti, giovedì 21 aprile, alle 20.30, ci sarà un’altra serata, con la proiezione gratuita del film “Quasi amici” e la testimonianza diretta di una coppia di coabitanti. Altri incontri con vari formati (dai cineforum alle serate conviviali) e diversi destinatari (come i membri dei circoli anziani) vengono svolti periodicamente in tutta la provincia. Informazioni sono fornite anche sulla pagina Facebook “Coabitare: Progetto Casa Solidale”, che ha 374 seguaci.

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