Provincia, i dirigenti generali si tagliano lo stipendio

Si tratta dei 12 top manager dell’ente pubblico: Si riducono volontariamente la busta paga mantenendo la decurtazione imposta dal governo e sconfessata dalla Corte Costituzionale



TRENTO . I dirigenti generali della Provincia autonoma di Trento si riducono volontariamente lo stipendio, mantenendolo decurtato per il triennio 2011-2013. Ciò nonostante la Corte costituzionale abbia giudicato illegittima la decurtazione imposta dal Governo per il triennio in questione. La misura risale al 2010, tramite decreto legge riguardante la dirigenza dello Stato. Prevedeva una decurtazione 5% nella quota dello stipendio lordo annuo eccedente i 90.000 euro e fino a 150.000 euro, e una decurtazione del 10% per la quota eccedente i 150.000 euro. La Provincia autonoma di Trento aveva recepito con propria legge la norma.

La Corte costituzionale ha dichiarato, con la sentenza 223 dell’8 ottobre 2012, non legittima la misura, prevedendo quindi la restituzione delle somme già decurtate e l’erogazione di quelle ancora spettanti. I dirigenti generali trentini vi hanno rinunciato. Si tratta di una dozzina di persone, con cui il risparmio sarà complessivamente così di circa 70.000 euro.

La Giunta studierà ora la formula giuridico-contrattuale per dare corso a questa decisione, che potrebbe estendersi anche ad altri membri della dirigenza degli enti e delle aziende provinciali.

Il presidente della Provincia autonoma, Lorenzo Dellai, ha espresso il suo apprezzamento per un gesto «che dimostra come la nostra dirigenza sia composta non solo di persone di grandi capacità professionali ma anche dotati di senso di responsabilità nei confronti della collettività».













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