Prg, sì alla variante: c’è la funivia 

Maratona in consiglio. Superato l’ostruzionismo di Onda Civica, il via libera nel cuore della notte: inserito anche il collegamento con Vason Ridimensionata la palazzina di Melta di Gardolo, su cui si erano impuntati gli ex grillini. Laghetto alle Viote: c’è l’accordo politico, ma resta in stand-by 


JACOPO STRAPPARAVA


Trento. Nella notte tra venerdì e sabato, la discussione sul piano regolatore in consiglio comunale è terminata una volta per tutte. L’ostruzionismo dei tre ex grillini (poi confluiti nella nuova creatura politica, Onda Civica), che rifiutavano ogni compromesso, è stato aggirato. E la variante, finalmente, è stata approvata dopo sei sedute.

Ancora venerdì pomeriggio tutti temevano il peggio. Nessuno, infatti, aveva mai visto un consiglio comunale con metà consiglieri in aula e metà collegati su Google Meet: al riparo nelle proprie case, si pensava, gli irriducibili avranno gioco facile. Il consigliere Andrea Merler, Civica trentina, che con gli ex 5 Stelle ha il dente avvelenato, giura di aver visto uno di loro collegato dal proprio letto. «Un comportamento scandaloso» tuona, anche se forse si trattava solo di un divano.

Lo scacco matto è avvenuto tra mezzanotte e le due. Andrea Maschio, capo degli irriducibili, aveva proposto di rinviare la discussione alla prossima settimana. Gli altri non hanno abboccato. Poi, al momento di discutere gli emendamenti, la maggioranza – con 26 sì, 2 no e 4 astenuti – ne ha approvato uno che riduceva le dimensioni della famosa palazzina a Melta di Gardolo («circa 16 appartamenti in meno» secondo il consigliere Paolo Serra, del Pd). Una concessione piccola, per chi quella palazzina la voleva, ma sufficiente per far decadere gli emendamenti fotocopia degli ex 5 Stelle. «Devono studiare di più, per forza che poi non li vota nessuno» commenta ancora tagliente Merler. Il resto è stato facile.

La votazione finale ha avuto 31 presenti, 22 favorevoli, 7 astenuti e solamente 2 contrari. «Un centro-sinistra che esegue gli ordini del centro-destra. Palazzinari totali» ha detto il consigliere Andrea Maschio, che domani, per protesta, intende addirittura rassegnare le sue dimissioni dalla commissione urbanistica. Il sindaco Alessandro Andreatta, che ha espresso grande soddisfazione per l’approvazione del piano (sua la competenza sul documento urbanistico), dice di sperare che non lo faccia.

Ora, nella variante approvata, le cose importanti da notare sono due: molti terreni nel comune di Trento classificati come edificabili ritornano agricoli («il consumo di suolo si riduce» esultano quelli del Pd) e, per la prima volta, i politici hanno inserito nel piano regolatore la funivia del Bondone, che collegherebbe Piedicastello con Vason («Era la mia battaglia da anni» spiega, tutto contento, il consigliere Dario Maestranzi). L’ormai celeberrimo laghetto delle Viote resta in stand-by, se ne riparlerà da qui a sei mesi: nel piano regolatore, per adesso, non è entrato, anche se l’accordo politico per farlo c’è – forse in modo diverso, forse non lì, anche a costo di spendere di più pur di trovare una soluzione più ecologica e, ovviamente, «coinvolgendo Asuc e circoscrizioni.

Poi c’è la palazzina a Melta di Gardolo, quella su cui è concentrata la discussione di questi giorni. Nel piano passato l’altra notte, in realtà, è solo un progetto su tanti. Ma ha avuto un ruolo politico importante, forse decisivo, perché è stata la concessione fatta dal centrosinistra al centrodestra per far passare il piano (nonostante il consiglio circoscrizionale di Gardolo avesse votato no all’unanimità).

La palazzina, sia pur ridotta di dimensioni, sia pur immersa nel verde, sia pur adibita a «co-housing», qualunque cosa voglia dire, è la pietra dello scandalo. «Hanno voluto fare un favore solo ad alcuni privati. Mi chiedo, a questo punto, perché non accogliere anche le richieste di tanti altri cittadini» dice il consigliere Andrea Maschio, che nel frattempo si è attaccato a Facebook per protestare.

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