AMBIENTE

Prelievi illegali d'acquasul ghiacciaio della Presena

Sequestrate dai carabinieri le pompe che prosciugavano i laghetti per rifornire di neve artificiale le piste dello sci estivo. Si può violare l'ambiente nel nome del turismo? Dite la vostra, mandateci foto e video


Gianfranco Piccoli


TRENTO. Per anni hanno pompato illegalmente l’acqua dei laghetti della Presena per produrre la neve artificiale. Con un blitz sul ghiacciaio, a 2.500 metri di quota, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico, coordinati dal comandante Carlo Bellini, hanno sequestrato l’impianto di pompaggio di proprietà della Società carosello Tonale. Il presidente della società, Giacinto Delpero, è stato denunciato per furto aggravato e deviazione di acque.

 L’inchiesta, coordinata dal pm Salvatore Ferraro, è partita a fine giugno, quando sui tavoli del procuratore capo Stefano Dragone è arrivato un esposto anonimo con il quale è stato segnalato il prelievo abusivo di acqua dai tre laghetti che si trovano poco sopra i 2.500 metri di quota. Alcune pagine, corredate di foto, sulle quali erano spiegate in dettaglio le presunte violazioni compiute sulla Presenza dalla società del Tonale. Lo stesso esposto era arrivato nelle mani di Roberto Bombarda, consigliere provinciale dei Verdi, che sulla vicenda ha presentato un’interrogazione il 19 giugno scorso. La procura di Trento ha poi incaricato il Noe di svolgere gli accertamenti.
 La società nel 1992 aveva ottenuto l’autorizzazione per prelevare da ottobre a maggio (sino ad un massimo di 54 metri cubi l’ora) l’acqua dal Pisso, un corso d’acqua alimentato proprio dai tre laghetti della Presena: Monticello, Paradiso e Cavalletto. L’acqua serviva per alimentare i cannoni per la produzione di neve artificiale.
 Secondo quanto appurato dai militari però i cannoni funzionavano prelevando acqua dal laghetto intermedio, il Paradiso. La società aveva realizzato due stazioni di pompaggio (una con cinque, l’altra con quattro pompe) per portare l’acqua fino ai cannoni, oltre quota 2.700.

 I militari hanno effettuato un primo sopralluogo in elicottero, mentre recentemente hanno raggiunto la base del ghiacciaio per una verifica a terra. Ed è così che hanno scoperto l’impianto di pompaggio che pescava non dal rio Pisso ma dal Paradiso. Questo lago era poi collegato con un tubo con lo specchio d’acqua più grande, il Monticello: gli inquirenti presumono che il collegamento sia servito per riportare a livello il Paradiso dopo i prelievi illegali.
 Oltre a prelevare illegalmente dai laghi, secondo i militari la società avrebbe sforato ampiamente i limiti fissati dall’autorizzazione del 1992: le pompe, infatti, riuscivano a pescare fino a 100 metri cubi di acqua all’ora, quasi il doppio rispetto al consentito.
 I carabinieri del Nucleo operativo ecologico, coordinati dal maresciallo Carlo Bellini, nei giorni scorsi hanno sequestrato l’impianto di pompaggio e messo i sigilli.
 A rischiare ora è il presidente della Società Carosello Tonale, Giacinto Delpero: la procura gli ha contestato i reati di furto aggravato (pena da uno a sei anni di carcere) e deviazione di acque (fino a tre anni di carcere).

 Il blitz dei carabinieri arriva a pochi giorni dalla provocatoria richiesta degli albergatori del Tonale, che auspicavano un utilizzo 24 ore su 24 dei cannoni per salvare il ghiacciaio e soprattutto lo sci estivo.
 «Dopo le delusioni per le sentenze sul Bus del Giaz e la Pinzolo-Campiglio - commenta Roberto Bombarda - l’intervento della procura mi stupisce positivamente. Ora sono curioso di sapere come risponderanno alla mia interrogazione». Secondo Bombarda quanto accaduto in Presena è un ulteriore segnale per abbandonare nel medio-lungo periodo lo sci sui ghiacciai e pensare ad una seria riconversione, così come lo stesso consigliere Verde aveva sostenuto, a maggio, durante la discussione sulle aree protette del Trentino.













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