Pozzacchio, ecco il forte restaurato

Costruito dagli austriaci nel 1911, dopo la guerra fu razziato. Domani si potrà visitare dopo oltre un anno di lavori


di Stefania Costa


TRAMBILENO. Se dalla sua sommità si può scorgere un paesaggio mozzafiato è sottoterra, all’interno della montagna, che Forte Pozzacchio custodisce il suo cuore: un intreccio su tre livelli di gallerie, corridoi, scalinate che collegano una quarantina di stanze scavate nella roccia dove soldati austroungarici e italiani trascorsero le lunghe giornate del primo conflitto mondiale. Domani, durante la festa di commemorazione dei Caduti, si potrà visitare la fortificazione completamente restaurata. La costruzione del Valmorbia Werk, come è chiamato il forte di Trambileno nei documenti austriaci, fu costruito dall’Impero austroungarico nel 1911 come sistema di sbarramento contro una possibile invasione dal Veneto. Alla fortificazione lavorò soprattutto personale civile. Allo scoppio della guerra il forte era ancora un cantiere. Ma non rimase inutilizzato. Nel giugno del 1915 gli italiani riuscirono a conquistarlo, ma nel maggio dell’anno successivo il forte tornò in mano austro-ungarica. «Si tratta – ha spiegato ieri il direttore del Museo della Guerra di Rovereto Camillo Zadra – di un manufatto con caratteristiche uniche: importante per la sua collocazione e perché non è mai stato abbandonato». Nel dopoguerra il forte venne razziato dai recuperanti che portarono via legno, lamiere, ferro, lasciando solo stanze e cunicoli pieni di detriti. Dal 1976, però, l’associazione “Il Forte” ha lavorato per salvaguardare e valorizzare la fortificazione, che «rappresenterà – nel progetto “Grande Guerra” uno dei luoghi di principale attenzione e visita» - ha detto Zadra. Per questa sua importanza e potenzialità, dal 1995 il Comune di Trambileno ha lavorato prima per acquistare i 20 ettari del Forte (di proprietà dei privati) poi, grazie all’aiuto della Provincia, per la sua riqualificazione. Entro la fine dell’anno sarà terminato il primo lotto dei lavori, costato poco meno di 1 milione di euro (a carico della Provincia). Mancano solo i pannelli descrittivi e gli ultimi ritocchi. Poi partirà il secondo lotto, che si concentrerà soprattutto sulla parte esterna. «Per il 2014 il forte sarà completamente visitabile – ha assicurato il sindaco di Trambileno Renato Bisoffi¬- ma stiamo valutando la possibilità di organizzare visite già nel corso del prossimo anno». Dal marzo 2011 quando sono iniziati i lavori l’aspetto del manufatto è a dir poco cambiato. Libero da metri cubi di pietre e sassi è ora illuminato, e al suo interno sono state montate strutture in metallo che riproducono i pavimenti in legno delle baracche costruite per abbattere l’umidità e permettere ai soldati di scaldarsi. Al posto del montacarichi che serviva gli obici, è stata costruita una scalinata che porta sulla sommità del forte da dove si può scorgere tutta la Vallarsa e Rovereto. Domani, dopo la messa per i Caduti delle 10.30, partiranno le visite guidate lungo un percorso, tutto attraversato dalle canalette di scolo per l’acqua, che attraversa le stanze in cui i 200 soldati di guarnigione trovavano i depositi, l’infermeria, i gruppi elettrogeni e il centralino telefonico, i bagni e gli affacci sulla valle da dove controllare le mosse del nemico.













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