Pintarelli, l’operaio diventato imprenditore

Mattarello, il presidente della circoscrizione si racconta: dalla malattia, al lavoro, al volontariato


di Gino Micheli


MATTARELLO. «Il 25 ottobre del 1998 - racconta Bruno Pintarelli - al ritorno da una gita con degli amici mi accorgo di avere un nodulo molto grosso sotto l’ascella. Il giorno dopo ero dal dottore che mi fa un ricovero immediato. C’è il tumore e in due distinti e distanti ospedali mi prospettano 6-7 anni di vita. Io non ci credo, o meglio non voglio crederci, ma quando una mattina, sono uscito dalla doccia senza capelli, il dramma dentro di me si è rivelato in tutta la sua interezza». «Commesse acquisite, mutui da pagare, una quindicina di operai senza lavoro. Tutto mi è crollato addosso. Per fortuna la mia famiglia è sempre stata al mio fianco e ce l’abbiamo fatta. Il tumore lo abbiamo sconfitto».

Pintarelli si è sottoposto a chemioterapia per due anni, non voleva che nessuno sapesse. Entrava in ospedale per le terapie dalle 7.30 alle 12.30 e nel pomeriggio era sempre al lavoro. E nel frattempo cercava un acquirente a cui cedere il grande capannone (di 3 mila mq) in via della Cooperazione, a Mattarello, venduto nel 2002. Ma proprio perché “doveva partire” ha diminuito l’attività ripiegando sull’acquisto di un capannone vicino (di 400 mq) costituendo la Trento Inox, ditta che ha ceduto ad una figlia e genero nel 2007.

«Durante la terapia - spiega altresì - mi sono affidato tanto a Padre Pio che sono poi andato più volte a pregarlo, ma anche a Lourdes e a Fatima mi sono recato con una certa frequenza. A Mattarello, faccio parte del Gruppo Primavera. A me piace aiutare le persone in difficoltà. Sono diverse quelle che mi contattano, forse hanno fiducia anche per la carica che ricopro». Pintarelli è infatti, da otto anni, presidente della Circoscrizione di Mattarello.Ora a 68 anni, Pintarelli ha tirato i remi in barca e si dedica alla politica e al volontariato.

La sua vita è stata molto attiva. Nato a Trento, da giovane ha lavorato come metalmeccanico alle Officine Lenzi. La svolta è arrivata a 24 anni quando, per le Lenzi, monta un impianto per la ricostruzione delle gomme alla Bicocca di Milano. Lì conosce un dirigente della Pirelli che gli chiede la disponibilità di trasferirsi per un anno nella fabbrica di Tivoli (Roma) e per un altro anno a Villafranca Tirrena (Messina), in qualità di capo officina di 25 operai a Roma e 40 a Messina. Con sé porta la moglie Lucia e la figlia Sabrina (si è sposato a 22 anni e l’anno seguente è nata la primogenita, Lorena cinque anni dopo). Nel 1972 decide di mettersi in proprio nel settore degli impianti di depurazione. Dieci anni dopo ha prelevato le Officine Meccaniche Trentine per realizzare e spedire al Sud d’Italia sia impianti di depurazione acque sia centrali termoelettriche, alla guida di due filiali a Capua (Caserta) e Priolo (Siracusa), per un totale di 30 dipendenti. «Ero sempre in movimento, ma il fine settimana rientravo a casa. Ho realizzato lavori a Messina, Catanzaro, Milazzo, Termini Imerese. I migliori clienti? «Ansaldo, Montecatini, Enel, Gruppo Podini Bolzano».













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