L'INTERVISTA giancarlo ruscitti 

«Per il Trentino è la settimana più lunga» 

La task force. Il dirigente generale del Dipartimento salute  e politiche sociali (che è anche medico) spiega perché i trentini devono  stare tranquilli: «Pericoli dai focolai, ma qui non ci sono le condizioni»


Luca Petermaier


Trento. Laureato in medicina (con Lode) alla Sapienza di Roma, Giancarlo Ruscitti - Dirigente generale del Dipartimento salute e politiche sociali - si rivolge ai trentini più da medico che da manager. E a tutti coloro che sono corsi a fare la scorta nei supermercati o che affollano le farmacie alla ricerca di (tanto introvabili quanto inutili) mascherine o infine a chi teme un’imminente epidemia di Coronavirus in Trentino dice: «State tranquilli, qui da noi la situazione è sotto controllo e, oggi, non ci sono elementi che ci inducano a ritenere che le cose peggioreranno in modo evidente».

Dottor Ruscitti, ci spiega da quali elementi deriva questa sua tranquillità?

Possiamo stare tranquilli per due motivi. Li spiego. Ci possono essere due tipologie di contagio. La prima è quella classica, per contatto con persone provenienti da Cina, Corea del Sud o Vietnam, vale a dire zone che l’Oms considera a rischio. Chi proviene da quelle zone, anche italiani che si trovavano laggiù per motivi di studio, vengono subito posti in quarantena volontaria. Noi li sentiamo un paio di volte al giorno per verificare le loro condizioni.

E come stanno quelli messi in quarantena in Trentino in queste settimane?

Nessuno ha mai manifestato sintomi.

Alla fine della quarantena cosa succede?

Il Dipartimento di prevenzione provinciale stila un certificato in cui mette nero su bianco che la persona può rientrare al lavoro.

Purtroppo, però, ora i più rischiosi sono gli italiani...

È così da sabato, con le famose zone rosse della Lombardia e del Veneto. In Trentino abbiamo avuto due fronti di contagio, a Fai della Paganella e Dimaro. Le persone risultate positive, come sapete, sono state subito riaccompagnate nei loro comuni e hanno avuto in Trentino ridottissimi contatti, tanto che a Fai abbiamo posto in quarantena volontaria solo tre persone e in val di Sole neanche una. C’è però un’altra categoria che stiamo monitorando.

Quale?

Tutti quei trentini che nei giorni scorsi sono transitati a vario titolo o vivono nelle zone rosse e che poi sono tornati a casa, qui in provincia, per il carnevale. Queste persone sono nelle loro case e le stiamo monitorando.

Quante sono queste persone?

Al momento sono 12-14.

Come stanno le tre persone poste in quarantena volontaria nelle loro case a Fai della Paganella?

Ad oggi stanno bene. Le monitoriamo due volte al giorno e al momento non hanno manifestato alcun sintomo.

Quindi, tornando alla domanda iniziale: possiamo lanciare un messaggio rassicurante?

Io direi più che rassicurante. Ovviamente la situazione è in evoluzione costante, ma ad oggi il fatto che - tranne i turisti lombardi - nessun trentino sia risultato positivo al virus è molto confortante.

Se si dovesse verificare un numero significativo di casi cosa cambierebbe in Trentino?

Rispetto alle chiusure che sono già state disposte dovremmo introdurre delle modifiche alle ordinanze già emesse. Per farle un esempio, dovremmo sicuramente procedere alla chiusura degli esercizi pubblici non oltre le 18.

E in caso, ad oggi davvero improbabile di focolaio?

Dovremo procedere all’isolamento della zona. Del resto, il contenimento del virus passa attraverso l’isolamento. Ma finora non abbiamo alcun segnale di rischio in questo senso nonostante questa - per il Trentino - sia una settimana molto difficile.

Per quale motivo?

Per la forte presenza turistica. Per noi la sfortuna è stata che la diffusione del virus ha accelerato in Italia a ridosso delle vacanze di carnevale, quando molte famiglie hanno scelto le nostre zone per le vacanze, aumentando così in modo considerevole il rischio di contagio dentro i confini provinciali.

Da quando ritenete che le presenze turistiche caleranno e quindi anche il rischio di contagio?

Diciamo che - a parte le regioni che hanno ordinato la chiusura delle scuole per tutta la settimana - molte altre zone hanno gli istituti chiusi fino a mercoledì compreso (oggi, ndr) e questo ha indotto le famiglie ad aggiungere due giorni arrivando ad una intera settimana di vacanza. Ecco perché riteniamo che, dopo lunedì, in Trentino il rischio di diffusione del virus dovrebbe calare.

Ultima domanda: se qualcuno di noi, per vari motivi, dovesse andare in Veneto o Lombardia o incontrare persone che vengono da quelle zone deve tenere un comportamento particolare?

Se non si tratta di persone provenienti dai Comuni delle zone rosse no, non c’è alcun comportamento specifico da tenere. Tenga conto che già oggi, per disposizione adottata da me e dal collega del Dipartimento del personale Silvio Fedrigotti, è fatto divieto a tutti i dipendenti della Provincia di recarsi nei Comuni delle zone rosse.













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