Per i ragazzi di Anffas il Natale passa (anche) dal ragù vegano 

Il progetto “natalizio”. Per questi giorni di festa una quindicina di giovani seguiti dall’associazione sta “decorando” i prodotti  di Mondovè: «Così imparano lavoro, responsabilità e organizzazione» 


Luca Petermaier


Trento. Avercene di lavoratori così. Giovani, entusiasti, infaticabili. Sono i ragazzi dell’Anffas di Trento che in queste settimane pre-festive stanno facendo gli straordinari per offrire ai consumatori trentini un piccolo segno natalizio da regalare agli amici, da mettere sotto l’albero oppure in tavola. Perché sarà anche una cosa da niente se la vedi dall’esterno, ma per loro è impegno, responsabilità, organizzazione, disciplina, sfida, entusiasmo. In una parola: è vita.

La “vita” in questione è quella che passa per un banale sugo di lenticchie “vegan” della neonata azienda trentina “Mondovè”, che poi tanto banale non è. La storia di questa avventura imprenditoriale l’abbiamo già raccontata in anteprima sul Trentino qualche mese fa. Ed è la storia di un ingegnere della Provincia, Michele Tarolli, che ha deciso di mollare il lavoro fisso e mettere su un’azienda specializzata in sughi vegan. Ma sughi vegan come si deve, mica quelli - parole sue - «che si trovano in giro e che spesso non sanno di niente e costano un occhio della testa». E così Tarolli (che è vegano) si è fatto preparare delle ricette da chef italiani rinomati (uno per tutti, Simone Salvini) e dopo mesi di prove, controprove e sperimentazioni li ha lanciati sul mercato. Da qualche mese li potete trovare anche nel supermercato sotto casa vostra.

Uno dei sughi della linea di Mondovè è quello alle lenticchie, un “must” del Natale, da rilanciare nei supermercati in queste settimane di grandi acquisti. Come? «Promuovere un sugo di lenticchie non è facile - spiega Tarolli - ma ho pensato che una decorazione natalizia sul tappo potesse essere una soluzione efficace». E chi, in perfetto spirito natalizio, poteva creare queste decorazioni? «Ho pensato di coinvolgere i ragazzi dell’Anffas, un modo per farli sentire partecipi del mio progetto».

Un gruppo di una quindicina di ospiti dell’associazione hanno così dapprima disegnato le decorazioni in base alle proprie libere ispirazioni. Poi questi disegni sono stati assemblati in modo da formare delle composizioni che sono diventate dei “sovracoperchi” colorati e in tema natalizio che i ragazzi hanno ritagliato e posizionato sulle confezioni di sugo alle lenticchie.

«Per i nostri giovani - spiegano all’Anffas - sono occasioni importanti di coinvolgimento in attività che hanno il merito di responsabilizzarli. Da tempo siamo impegnati in questi progetti che puntano a far crescere in loro la voglia di rendersi autonomi attraverso l’accrescimento di pre-requisiti lavorativi come l’autorganizzazione, la puntualità, la capacità di lavorare in team. Gli stage nelle aziende ci stanno aiutando molto e siamo riusciti negli anni ad indirizzare al mondo del lavoro diversi ragazzi».

Sono occupati in lavanderie, nelle mense, qualcuno cura il giardino del vescovo altri sono stati pure chiamati alla Menz&Gasser. Un progetto iniziato 15 anni fa con la legge ’68 sul lavoro dei portatori di disabilità e che sta proseguendo ancora oggi. Il bilancio è di una sessantina di ragazzi avviati al lavoro con soddisfazione per loro ma anche con un notevole risparmio economico collettivo. «L’importante non è tanto quello che vanno a fare, ma come lo fanno e soprattutto l’opportunità di emancipazione sociale che queste occasioni offrono loro» - raccontano all’associazione.

Ed è proprio ciò che un “banale” sugo alle lenticchie è stato in grado di fare: creare una piccola “catena di montaggio” fatta di sorrisi, entusiasmo, gioia di essere parte di un progetto e soddisfazione finale nel vedere tutti qui bancali - prima vuoti - riempirsi di confezioni di sugo con i propri disegni che andranno a finire nei supermercati. E - chissà - magari ad allietare pure il pranzo natalizio di qualcuno di voi lettori.

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