Per 20 metri “perde” l’autobus

Succede fra Maso Zeri a Fierozzo. L’alunno per andare a scuola deve farsi portare dai genitori


di Roberto Gerola


VALLE DEI MOCHENI. Venti metri di strada, per un alunno delle elementari saranno probabilmente 50 passi. Ebbene per 50 passi, quel bambino deve compierne altri, a migliaia, per percorrere 980 metri. È la distanza che lo separa dalla propria abitazione alla scuola che frequenta. Da Maso Zeri (dove il bambino abita con i genitori) e che si trova sulla sponda sinistra del torrente nella Valle dei Mòcheni, ci sono appunto 980 metri per raggiungere l’edificio scolastico a Fierozzo, dove viene atteso come sempre dalle maestre e dai suoi compagni. Una scuola tra l’altro molto accogliente. Solo che, abitando a meno di 1000 metri (appunto 980) non ha diritto allo scuolabus. Ci sono 300 metri nel bosco per salire e raggiungere la strada provinciale “Sinistra Fersina” che deve percorrere per altri 680 metri, senza naturalmente un minimo di protezione visto che marciapiedi non ce ne sono. Ovvio che l’interessamento dei genitori è stato a tutto campo, ma senza ottenere alcun risultato: un no, secco dagli organi competenti perché la legge prevede appunto i mille metri (almeno) di distanza, per avere lo scuolabus. Per altro, pagando 100 euro al mese, il bimbo e i genitori avrebbero il piacere di avere lo scuolabus sulla porta di casa.

Cento euro al mese, di questi tempi, non sono pochi, anche se i genitori lavorano entrambi. E per ovviare al fatto di vedere il bimbo da solo andare ogni giorno a scuola a piedi percorrendo quei 980 metri, i genitori a turno, ogni settimana, si prendono un po’ di permesso per portarlo a scuola. La scuola non può fare nulla, il Comune nemmeno, e allora si sono rivolti a Diego Moltrer, assessore alle minoranze etniche della Comunità, oltre che per 15 anni sindaco di Fierozzo. E come è suo costume, Moltrer ha “protestato” in Provincia interpellando Trentino Trasporti, ma anche il presidente facente funzioni Alberto Pacher. La risposta è stata uguale: non si può perché la legge è legge. «Ma a Trento, ci ha detto ieri, illustrandoci l’assurda vicenda, lo sanno o no, che a Fierozzo la situazione non è così normale come in città? Lo sanno che siamo zona svantaggiata in tutti i sensi, che siamo a 1200 metri, che non si può lasciare un bambino andare da solo a scuola a piedi per 20 metri di strada?». Come sempre, in queste occasioni, Diego Moltrer è deciso ad andare fino in fondo. Come del resto ha fatto per le eterne interruzioni sulla “Sinistra Fersina” : ha minacciato di chiamare “Le Iene” e dopo poche ore, la strada (chiusa da un anno) guarda un po’, è stata riaperta.

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