Passo Rolle, una partita fra due valli
Oggi a San Martino di Castrozza la presentazione del progetto alternativo allo sci. Che fa paura agli impiantisti
TRENTO. Prendi una località sciistica di grande tradizione, vicina ai 2 mila metri di quota, inserita nel Superski Dolomiti e nell'area tutelata dall'Unesco, proponi di cercare una via alternativa allo sci cominciando a smantellare due vecchie seggiovie e vedrai che polverone si solleva. Se n'è accorto Lorenzo Delladio, presidente e amministratore delegato de La Sportiva di Ziano che questa sera presenterà il suo progetto per l'area Paradiso di Passo Rolle a San Martino di Castrozza. L'appuntamento è alla sala congressi Sass Maor alle 20 e 30 e poiché è attesa una grande partecipazione è prevista anche una diretta della serata via Facebook. Di fatto sarà un'occasione di confronto (scontro?) tra due modi intendere il turismo, ma l'evento si è caricato di un certo nervosismo anche per la rivalità che c'è fra le due valli, Primiero e Fiemme, divise da un passo che ora deve affrontare scelte importanti.
Lo sci. L'area di San Martino di Castrozza ha meno di 100 chilometri di piste: pochi per i turisti invernali che arrivano dall'estero e scelgono in genere grandi comprensori. Inoltre gli impianti di risalita e quelli dell'innevamento artificiale richiedono grossi investimenti. Anche sulla base di queste considerazioni Lorenzo Delladio (che rappresenta un gruppo di amici fiemmesi, tra cui alcuni importanti imprenditori della valle) ha avanzato l'ipotesi di smantellare le seggiovie realizzate negli anni Sessanta sul Rolle e sperimentare forme alternative di turismo.
L'alternativa. La proposta è quella di un parco outdoor, con un ristorante da 200 coperti al posto dello Chalet La Baita, in località Busa Ferrari. Via le seggiovie Ferrari e Paradiso, spazio allo sci alpinismo (ma con gli impianti di innevamento artificiale), alla mountain bike, all'orienteering e a una serie di attività invernali ed estive alternative allo sci. Le cubature esistenti, hanno spiegato i proponenti al Parco, verrebbero trasformate in volumi equivalenti con destinazioni diverse (ristorante e piccole strutture ricettive).
I costi. Per rilevare gli impianti (e smantellarli) l'offerta è di circa 700 mila euro, in pratica il passivo della società Sitr a cui fanno capo le seggiovie. In totale l'investimento previsto da Delladio è variabile tra i 2,5 e i 3 milioni di euro per realizzare il ristorante e 5 o 6 chalet sul territorio (da due posti letto l'uno) in cui ospitare turisti interessati a un'immersione nella natura. I costi della riqualificazione degli impianti e del collegamento funiviario con San Martino, ritenuto indispensabile per il comprensorio dello sci, sarebbero di gran lunga superiori e difficilmente affrontabili senza il contributo pubblico. L'operazione lanciata da La Sportiva sarebbe invece interamente privata. Sul tavolo c'è comunque anche un'offerta di acquisto degli impianti anche da parte di Imprese e Territorio, consorzio degli impiantisti di San Martino. Naturalmente con l'obiettivo di tenerli in funzione.
Le reazioni. L'ipotesi di Delladio ha incontrato interesse da parte degli operatori del passo Rolle (qualcuno la vede come la luce in fondo al tunnel) ma anche molto nervosismo da parte degli albergatori e degli impiantisti di San Martino che senza gli impianti del Rolle (in realtà già chiusi lo scorso inverno) perdono un pezzo simbolicamente molto importante della loro offerta. Nervosismo anche da parte di altri imprenditori dello sci sulle Dolomiti, preoccupati per il danno di immagine che l'industria dello sci potrebbe accusare con una marcia indietro da un luogo simbolico come il passo Rolle.
Il luogo. La località individuata da Delladio e dagli amici fiemmesi (gruppo di cui farebbero parte anche gli imprenditori Misconel, Alpe Cermis, e l'industriale della pasta, Riccardo Felicetti) è in una conca, Busa Ferrari, circa un chilometro a valle del passo Rolle salendo da Bellamonte. Il panorama e l'esposizione al sole in realtà sono molto meno felici rispetto alla situazione che c'è al passo, ma è qui che si è creata, con la messa in vendita degli impianti, un'occasione di sviluppo alternativa.
Le critiche. Valeria Ghezzi, impiantista di S.Martino e rappresentante nazionale della categoria, ha detto chiaramente che il gruppo fiemmese intende fare innovazione sulla pelle degli altri e ha avanzato dubbi sulla reale sostenibilità (anche ambientale) del progetto fiemmese: “Il lusso non sempre va d'accordo con l'ambiente” ha detto.
La situazione del Rolle. Al di là del dibattito sugli impianti resta la (triste) situazione urbanistica di un passo che è una delle cartoline del Trentino, ma che deve fare i conti con la presenza dell'ex Albergo Rolle (un rudere di proprietà provinciale che doveva essere abbattuto quest'estate ma è ancora al suo posto), l'ex caserma della Guardia di Finanza (abbandonata ormai da una ventina d'anni), un cantiere abbandonato che in pratica è “un buco” in cima al passo e una situazione di degrado generale che non è certo il modo migliore di accogliere i turisti. Non è ancora stato risolto il problema della viabilità invernale verso San Martino (con il rischio di valanghe) mentre una nuova galleria ha eliminato i rischi per le frane lungo la strada che sale da Predazzo.