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Pascoli fantasma, annullata l’assoluzione per i Berasi

TRENTO. Per Armando, Mariano e Gelindo Berasi il processo sui pascoli fantasma è peggio di una doccia scozzese. Prima la condanna in Tribunale, poi l'assoluzione in Corte d'appello, nel marzo del...



TRENTO. Per Armando, Mariano e Gelindo Berasi il processo sui pascoli fantasma è peggio di una doccia scozzese. Prima la condanna in Tribunale, poi l'assoluzione in Corte d'appello, nel marzo del 2011, adesso arriva la Cassazione che annulla in gran parte l'assoluzione e rinvia tutto alla Corte d'appello, questa volta a Bolzano. Intanto sta per maturare la prescrizione che salverà i Berasi da un'eventuale condanna penale. Ma non dal blocco dei contributi che ancora devono ottenere dall'Agea, l'agenzia per i pagamenti in agricoltura. Si tratta di una somma non indifferente, oltre 3 milioni di euro. La sola prescrizione non sbloccherebbe i finanziamenti. Ci vuole un'assoluzione. Per questo gli avvocati dei Berasi, Vanni Ceola e Andrea Tomasi, stanno affilando le armi in vista del nuovo giudizio d'appello. Tutto si gioca sull'effettiva disponibilità che i Berasi avevano dei pascoli. Infatti prendevano fior di contributi dall'Unione Europea e dall'Agea in base alle superfici usate per il pascolo. In gergo tecnico si chiamavano contributi per l'estensivizzazione. Secondo l'accusa, i Berasi avrebbero indicato nelle domande di contributo un notevole quantità di terreni, anche in Abruzzo, di cui non avevano la disponibilità né materiale né giuridica. Gli imputati, a vario titolo, sono Armando, Mariano e Gelindo Berasi, oltre a Gianni Bertollo, Matteo Pilotto e Rosetta Luchesa. In primo grado vennero condannati per truffa aggravata e false dichiarazioni. Il Tribunale in primo grado aveva condannato Armando, Mariano e Gelindo Berasi rispettivamente a cinque, tre e due anni di reclusione. La Corte d'appello, però, rovesciò la sentenza assolvendo tutti. La Corte applicò il principio stabilito dalla Corte di giustizia europea secondo il quale è sufficiente il possesso dei pascoli per ottenere il contributo. La Corte di Cassazione ha rovesciato nuovamente la sentenza sostenendo che è necessario comunque un titolo che colleghi chi richiede il contributo ai terreni. Ora si passa a Bolzano.













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