«Paghiamo gli artigiani in anticipo»
La proposta. Su Facebook è stata lanciata un’idea per aiutare le attività in difficoltà a causa della chiusura prolungata: versare subito sui conti delle imprese per poi avere beni e servizi a emergenza finita. Peterlana e Segatta: «Bello. Ma ci vogliono anche interventi a fondo perduto»
Trento. L’idea è stata lanciata su alcuni gruppi di Facebook, a partire da «Sei di Martignano se». Con un post spiazzante, qualcuno ha proposto di dare una mano ad artigiani, ristoratori e commercianti con l’acqua ormai alla gola per mancanza di liquidità. Sembra quasi l’uovo di Colombo: perché i cittadini comuni non anticipano il corrispettivo delle prestazioni che saranno poi fornite a emergenza Covid conclusa? L’idea è semplice: basterebbe che parrucchiere, estetiste, ma anche ristoratori o gommisti o elettrauti pubblicassero il loro Iban su un gruppo Facebook per permettere ai loro clienti abituali di aiutarli anticipando il costo di prestazioni future. Ovviamente l’ingrediente principale di una ricetta simile è la fiducia. E questo la rende applicabile soprattutto ai centri più piccoli, dove ci si conosce. In molti comunque l’hanno accolta con favore.
A partire dal presidente della circoscrizione di Martignano Armando Stefani che in questo periodo si sta dando da fare in mille modi per cercare di aiutare i suoi concittadini: «Mi sembra un’ottima idea. Aggiungerei che questo meccanismo potrebbe/dovrebbe essere proposto prioritariamente ai negozi di vicinato. Si potrebbe (solo a titolo di esempio) accreditare 100 o 200 euro sul conto di un negozio che poi potranno essere usati alla bisogna. Se questo meccanismo venisse ripetuto da 50 persone diventerebbe già un piccolo aiuto». Un aiuto che servirebbe a dare una mano a pagare le spese in un momento in cui le attività sono chiuse e non incassano. Del resto, ci sono già ristoratori del centro storico di Trento che hanno cercato di applicare questo meccanismo mettendo in vendita sul loro sito dei voucher da acquistare subito e da incassare a fine emergenza.
Il presidente della Fiepet, federazione dei pubblici esercenti della Confesercenti, Massimiliano Peterlana, accoglie l’idea con favore, ma non nasconde le difficoltà: «Sicuramente è un’idea molto bella e simpatica, ma temo sia di difficile applicazione perché non è facile tenere conti di questo genere. Si dovrebbe annotare tutti i versamenti e poi restituirli in prestazioni una volta riaperta l’attività. Non sarebbe proprio banale. Comunque è un’ottima idea ma non basta a superare l’emergenza. Noi esercenti e imprenditori in genere abbiamo bisogno di un intervento a fondo perduto da parte della mano pubblica. Altrimenti le perdite che abbiamo in questo periodo non le recupereremo più. A livello locale, ad esempio, il Comune che ha fondi di riserva potrebbe integrare il contributo annunciato dal Governo per il pagamento degli affitti. Lo Stato ci mette il 60% e il Comune ci metterebbe il 40%. Così l’economia ripartirebbe e non ci sarebbero attività in ginocchio».
Anche il presidente dell’Associazione Artigiani Marco Segatta fa un discorso più generale : «La proposta che i clienti anticipino servizi di cui beneficeranno in seguito è molto bella soprattutto perché dà l’idea che vi sia solidarietà e che siamo tutti sulla stessa barca. Purtroppo non sarebbe risolutiva. Attualmente gran parte delle imprese artigiane sono ferme. Anche quelle che potrebbero lavorare, come chi si occupa di impianti, lo fa in piccola parte perché i cantieri sono chiusi. E poi ci sono estetiste, parrucchieri e piccoli artigiani che hanno solo le spese senza neanche un euro di entrata. Bollette e affitto bisogna pagarli lo stesso. E molti non hanno capitale da parte. Non c’è liquidità. Per questo ci vorrebbe un intervento a fondo perduto dello Stato che aiuti per davvero l’economia. Se non c’è un aiuto concreto e consistente molte attività saranno costrette a chiudere e l’economia del paese sarà messa definitivamente in ginocchio».