Pacifisti attaccati da Israele: giornalistatrentina a Gaza fra i testimoni

Apprensione per la sorte di Michela Perathoner, inviata per la testata online Unimondo, che ha sede a Trento: per alcune ore i contatti si erano interrotti, poi la giornalista ha dato sue notizie da Gerusalemme prima di spedire un reportage



TRENTO. L'attacco israeliano alle navi pacifiste della Freedom Flotilla ha creato apprensione a Trento e a Bolzano per la sorte di Michela Perathoner, giornalista altoatesina inviata per la testata online Unimondo.org, che ha sede a Trento.

La redazione di Unimondo, testata online di Trento,  è riuscita dopo alcune ore di tentativi infruttuosi a mettersi in contatto con la collega, "inviata a Gaza _ spiegano da Unimondo _ alcuni mesi or sono, per monitorare le attività delle azioni nonviolente promosse dalla società civile internazionale''.

Secondo la redazione, ''Michela dovrebbe trovarsi presso la banchina ove sono attraccate le navi israeliane che hanno partecipato al raid notturno e a breve dovrebbero giungere foto e info riguardo il raid di questa notte''.

La redazione di Unimondo, dopo diverse ore, è riuscita a mettersi in contatto con la propria corrispondente Michela Perathoner, "che presto _ si legge sul sito _ ci invierà il suo reportage".

"Stamane il suo telefono squillava e lei appariva online su Skype ma non c'è alcuna risposta" aveva detto il direttore, Fabio Pipinato. "Potrebbe trattarsi di un semplice intasamento delle linee telefoniche, cosa che avviene spesso in casi come questi quando in moltissimi dall'estero cercano di telefonare. Ma stupisce che sia attiva, ma nessuno risponda, dalla sua postazione di Skype". In serata però è arrivata una telefonata da Gerusalemme della giornalista, che ha tranquillizzato tutti.

"Michela - prosegue Pipinato - ha partecipato a diverse manifestazioni nonviolente come quella del 28 marzo scorso a Sheikh Jarah, quartiere-simbolo della lotta contro gli espropri israeliani. Ad Hebron ha intervistato soldati israeliani riguardo il non senso della loro presenza e pacifisti israeliani riguardo, invece, il senso dell’esserci. Ha partecipato alla corsa dei ragazzi del campo profughi di Shu'fat lungo la recinzione che lo divide dalla città di Gerusalemme.

S’è posta a fianco dei prigionieri palestinesi minorenni ed ha celebrato il Jerusalem day in una capitale contesa. Michela era arrivata a Gerusalemme accompagnata dal collega trentino Andrea Bernardi che poi l’ha lasciata per Bangkok da dove ho svolto diversi reportage assistendo, tra l'altro alla morte del collega Fabio Polenghi".













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