Orsi, assedio animalista al Casteller 

La protesta. Centinaia di persone da tutta Italia hanno marciato da Villazzano all’area dove sono custoditi i plantigradi catturati dalla Provincia Tagliato un centinaio di metri di recinzione esterna: «Faremo di tutto per liberare gli orsi». Sul posto le forze dell’ordine in assetto antisommossa



Trento. Mentre la maggior parte dei manifestanti assediava l’ingresso del Casteller, un gruppo ha messo in atto “ pratiche radicali” come sono state definite dalla portavoce dell’organizzazione, tagliando un centinaio di metri della recinzione esterna della zona sono detenuti gli orsi.

Un primo atto dimostrativo che anticipa quelli che verranno organizzati nelle prossime settimane e che hanno un unico scopo: smontare la gabbia e liberare gli orsi. «Le associazioni animaliste si muovono nella legalità, noi metteremo in pratica tutto ciò che serve per liberare gli orsi». Il corteo che a questo punto potremmo definire degli animalisti radicali, è partito alle 11 dalla stazione di Villazzano ed ha raggiunto il Casteller dove alcuni attivisti si sono incatenati all’ingresso: ad attenderli le forze dell’ordine in assetto antisommossa. Partiti in circa 150, il gruppo è andato via via aumentando fino a raggiungere le 400 persone provenienti da tutta Italia che hanno preso parte a questa prima manifestazione organizzata dall’Assemblea Antispecista, il Centro Sociale Bruno che ha dato il supporto logistico ai manifestanti, Coordinamento Studenti Medi Trento-Rovereto e Fridays for Future Trento.

Sotto accusa la politica della giunta Fugatti giudicata «colpevole nella sua azione contro gli orsi, delle stesse politiche repressive nei confronti di tutti quei indecorosi ed eccedenti che varcano i confini ed esprimono volontà di autodeterminazione che mille volte abbiamo visto all’opera nei più disparati contesti di resistenza.»

Per la verità il Progetto Life Ursus nasce e si concretizza nel triennio 1999- 2002 quando utilizzando un finanziamento dell’Unione Europea si è dato il via al progetto di ripopolazione dell’orso. Subito tutto molto bello, ma poi ci rese conto che il nostro territorio ha ben poche zone non popolate e lontane dai centri abitati e che il nostro stesso modello turistico popola la montagna in tutte le stagioni. Nel frattempo l’orso si è riprodotto e per necessità si è avvicinato sempre più ai centri abitati ed è diventato un problema per tutte le giunte provinciali.

I manifestanti ricordano come in 20 anni siano stati 34 gli orsi scomparsi, uccisi o imprigionati, la doppia fuga di M49 attualmente detenuto insieme a M57 e DJ3 «È la figlia di Daniza probabilmente l’orsa più tristemente nota nella mala gestione della provincia di Trento reclusa da 9 anni. M57 ha conosciuto solo due anni di libertà prima di essere imprigionato.»

È stato detto a chiare lettere che il progetto Life Ursus è fallito portando alla Provincia milioni di euro che non sono stati spesi per l’educazione scolastica, la formazione mirata degli operatori turistici, per la sensibilizzazione e l’informazione a tappeto dei residenti e turisti nell’ottica di arrivare ad una convivenza pacifica: «Invece gli orsi sono stati presi e piazzati sul territorio e poi mostrati, uccisi, imprigionati o nascosti a seconda delle esigenze del potere». A giudizio dei manifestanti la situazione è poi ulteriormente peggiorata con l’insediamento della nuova giunta leghista: «I machisti dei banchetti a base di carne d’orso».

I manifestanti hanno lasciato il Casteller verso le 16 di ieri pomeriggio per ritrovarsi al Centro Sociale Bruno dove hanno tracciato un primo bilancio della manifestazione e gettato le basi per l’organizzazione delle prossime. D.P.















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