«Noi militari trentini, in Kosovo portiamo pace»

Il racconto dei protagonisti della delicata missione tra serbi e albanesi. Tante tensioni etniche, ma anche grazie agli alpini arriva la nostra solidarietà


di Luigi Carretta


PEC. Una maggioranza albanese che non scorda e una comunità serba che si sente continuamente minacciata, una generazione che ha perso più di un parente nella furiosa guerra civile, che non può né vuole dimenticare. Questo il quadro in cui gli alpini di Trento (ieri la cerimonia per il rientro) si sono dovuti muovere nei lunghi mesi in cui hanno operato nel teatro balcanico. Al comando del reparto un trentino doc, il Colonnello Andrea Borzaga, uscito dall’Accademia di Modena nel 1985 e tornato nella sua città natale dal settembre 2011 a comandare il reparto. Insieme agli alpini di Trento operano anche sloveni, austriaci, ungheresi e svizzeri, ogni gruppo con incarichi di sorveglianza diversi, ma tutti ugualmente importanti.

«La nostra missione di mantenimento di pace nel Kosovo continua» - spiega il comandante. «La situazione sul terreno non è molto mutata negli ultimi tempi. La posizione più critica è senza dubbio al Nord, nella città di Mitrovica dove abbiamo registrato delle proteste».

Ai soldati trentini spetta il controllo dei siti di interesse storico, artistico e religioso. «Abbiamo dei nostri soldati che prestano servizio di guardia all’esterno, e pattuglie nelle zone di maggiore tensione multietnica».

Proprio con una di queste pattuglie abbiamo visitato nelle scorse settimane la città di Mitrovica, nel nord del paese : una città divisa in due dal fiume Ibar, di qua i kosovari albanesi, di là i serbi. In mezzo un ponte, chiuso dai serbi con una barriera fatta di terra e sassi, continuamente presidiato da alcuni civili dall’aria poco amichevole. Una annoiata pattuglia della polizia kosovara presidia il ponte, fumando in macchina per proteggersi dal freddo, mentre un cane randagio ha trovato invece temporaneo riparo sotto il blindato sloveno che presidia il ponte. Impossibile non notare la presenza del mostro d’acciaio, attorniato da alcuni soldati. Ma il blindato non monta armi: «cerchiamo di tenere bassa la tensione, spiega un capitano sloveno, ci facciamo vedere ma senza toni aggressivi».

Con il Tenente Colonnello Memoli attraversiamo il fiume, in un altro punto. I serbi da questa parte sono stati abbandonati da tutti: da Pristina, capitale a maggioranza albanese. Qui la paga media è di 150 euro al mese «I rapporti con le istituzioni sono ottimi, facciamo parecchia attività di cooperazione con i civili» - spiega ancora il Colonnello Borzaga. E cioè? «E’ stato appena completato il progetto di una centrale per la trasformazione del latte con materiali e mungitrici per creare una filiera di produzione».

Proprio la Provincia di Trento è da anni impegnata in Kosovo, con il progetto “Trentino per il Kosovo”. Tecnici locali si sono formati all’Istituto di San Michele, l’idea, per ora vincente, è di favorire una reale crescita agricola, ed economica. Ma rimangono comunque sacche di povertà, che si cerca di aiutare : «Con l’Associazione Alpini di Trento abbiamo raccolto molto vestiario, che abbiamo distribuito a più riprese ai bambini di Pec e del circondario. Abbiamo un ottimo rapporto con le scuole vicine, che spesso vengono a visitarci. Per loro abbiamo costruito anche piccoli tratti di strada».













Scuola & Ricerca

In primo piano