Nei cimiteri 300 tombe sprofondate
Ripristinate a tempo record dal personale di Amr. E ieri in centro l'autobotte di Novareti ha spurgato i tombini intasati
ROVERETO. Chi si occupa delle manutenzioni nei cimiteri lo sa: lo sprofondamento del terreno è un fenomeno frequente, ed è pure logico perché il terreno delle sepolture non viene compattato, ma solo accumulato. Le piogge imbibendo il terreno favoriscono la compattazione, che non è graduale ma avviene di solito per strati omogenei. Quando quello inferiore cede, sprofonda anche quello superiore. Ma ciò che è avvenuto in seguito alla bomba d’acqua di domenica all’alba ha proporzioni inimmaginabili: 195 le tombe sprofondate nel cimitero di San Marco, venti al cimitero di Borgo Sacco, trenta nel cimitero di Marco e altre 43 nel cimitero di Santa Maria. In totale quasi trecento tombe, risistemate a tempo record dalle squadre dell’Amr, che ha in gestione dal Comune la manutenzione dei cimiteri cittadini. Il lavoro di ripristino è iniziato già nella giornata di domenica, subito dopo la tempesta dell’alba, che ha rovesciato secchiate d’acqua sulla Vallagarina accanendosi in particolare modo sulla città (quasi 110 millimetri d’acqua caduti in meno di due ore, oltre 300 interventi dei pompieri per risolvere allagamenti sulle strade e negli scantinati, un’attività di via Rialto costretta a chiudere per un inaspettato riflusso delle acque nere e persino un ferito a Borgo Sacco, nel tentativo di aiutare i vigili del fuoco a svuotare la sua officina, sommersa da un metro e mezzo d’acqua: un bilancio che sembra un bollettino di guerra) e si è concluso nella mattinata di ieri, con l’ultima tomba rimessa in asse al cimitero di Santa Maria. «Ci siamo avviati subito per risolvere il problema - spiega l’assessore Beppino Graziola -. Dal fenomeno dello sprofondamento sono stati toccati tutti i cimiteri del centro città, in misura molto inferiore quelli di Lizzana e Noriglio, che infatti erano già ripristinati domenica mattina. Di solito non si verificano crolli di queste proporzioni, cedono alcune lapidi per volta e il lavoro di ripristino è pertanto più graduale, ma in questo caso è stato un fenomeno assai esteso per la estrema violenza del tempo».
Intanto la città torna un po’ per volta alla normalità dopo due giorni di lavori straordinari. Non per tutti, e non per tutti allo stesso modo, ma perlomeno la pioggia della notte tra lunedì e ieri non ha messo in crisi la rete di scolo delle acque piovane, che anzi è stata in parte ripulita dall’autobotte di Novareti, passata ieri a spurgare i tombini ingombri di fango e sabbia Entro ieri sera, assicura Graziola, dovevano essere «tutte pulite». Proprio i mancati lavori periodici di pulizia della rete di caditoie sono stati indicati da residenti e commercianti come una delle cause più rilevanti degli allagamenti.
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