Natale, scontro sui piccoli comuni 

Spostamenti vietati durante le feste. Fugatti: «Discriminati cittadini e attività economiche, non si possono trattare in maniera uguale i paesi e le grandi città». Ma il governo tira dritto. E il divieto di spostamenti tra regioni penalizza le attività trentine rispetto al Veneto


Andrea Selva


Trento. Sarà un natale blindato in tutta italia, ma con effetti particolarmente pesanti nei piccoli comuni (come tanti centri del trentino) dove l’impossibilità di superare i confini comunali impedirà il ricongiungimento di famiglie che abitano a pochi chilometri di distanza, ma renderà anche impossibile l’attività di negozi ed esercizi pubblici che si ritroveranno isolati. un tema su cui ieri c’è stato uno scontro tra le regioni (che chiedevano maggiore elasticità) e il governo, con il governatore fugatti che ha detto: «non è possibile trattare un piccolo paese allo stesso modo di una grande città, l’abbiamo fatto notare al governo anche perché in questo modo diventa impossibile gestire le attività economiche, penso agli esercizi pubblici o ai ristoranti, che si troveranno isolati, senza possibilità di essere raggiunti dalla clientela, nei centri più piccoli». su questo punto , in particolare, fugatti ha detto che il trentino ha chiesto chiarezza. un tema su cui anche il comitato tecnico scientifico del governo aveva espresso perplessità, giudicando troppo severo l’isolamento delle famiglie nelle comunità più piccole. ma ugualmente il governo ha tirato dritto, confermando la bozza che era stata presentata alle regioni in mattinata: «non possiamo permetterci il rischio di una terza ondata che potrebbe far impennare nuovamente i contagi a gennaio» ha tagliato corto il premier conte.

Il Trentino «discriminato»

Un’altra penalizzazione per il Trentino è l’impossibilità di superare i confini regionali, in entrata e in uscita. Una limitazione che vale allo stesso modo per tutto il territorio italiano ma - come ha fatto notare nei giorni scorsi anche l’assessore Failoni - le località turistiche di Veneto e Lombardia potranno essere raggiunte (prima di Natale e dopo Santo Stefano quando gli spostamenti saranno limitati all’ambito comunale) da un bacino di utenza di milioni di persone: pensiamo ai veneti che potranno raggiungere le Dolomiti bellunesi, mentre il Trentino si troverà di fatto isolato in un territorio dove abitano 500 mila abitanti. Una situazione molto difficile, comune anche all’Alto Adige e soprattutto alla Valle d’Aosta. In parole povere: tenere aperto un albergo a Cortina (attività consentita dalle norme, sebbene con limitazioni per il cenone di Capodanno) può avere senso, sperando nell’arrivo di turisti da tutto il Veneto, che conta quasi 5 milioni di abitanti. Molto più complicata l’attività degli albergatori del Trentino e dell’Alto Adige. Discorso analogo per le seconde case che, tra il 20 dicembre e il 6 gennaio, potranno essere raggiunte solamente da chi si muove nell’ambito della stessa regione.

Le feste in casa

Mettetevi nei panni dei tanti piccoli comuni trentini (il più piccolo è Massimeno, con circa 130 abitanti) che non potranno superare i confini comunali senza un giustificato motivo, mentre in una città le persone potranno muoversi all’interno di un perimetro più ampio, magari per fare un giro in centro storico. Per quanto riguarda i giustificati motivi il governo ha annunciato una serie di “domande e risposte” per venire incontro ai tanti dubbi (e aspettative) delle famiglie. Saranno comunque ammessi spostamenti per motivi di lavoro o per motivazioni legate alla salute delle persone o all’assistenza a persone non autosufficienti. Per quanto riguarda il comportamento all’interno delle abitazioni (per le famiglie che avranno la possibilità di riunirsi) il governo si è appellato al senso di responsabilità delle famiglie per evitare i contatti tra persone non conviventi. Coprifuoco tutte le sere, con una particolare estensione per la notte di San Silvestro quando gli spostamenti fuori casa saranno vietati (senza giustificato motivo) fino alle sette del mattino (invece che fino alle cinque degli altri giorni).

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