Musica, arte, teosofia Così Luigi Russolo segnò il Novecento



Dopo la mostra monografica del 2006, il Mart dedica a Luigi Russolo (Portogruaro 1885 - Cerro di Laveno 1947) un nuovo titolo della collana "Documenti". Il volume "Luigi Russolo. La musica, la pittura, il pensiero. Nuove ricerche sugli scritti" presenta diciotto testi di Russolo, diversi fra loro per genere, tematiche affrontate e complessità, corredati da note e saggi introduttivi di Giuliano Bellorini, Anna Gasparotto e Franco Tagliapietra, e presenta in appendice un inventario sommario del Fondo Russolo del Mart e un elenco completo degli scritti dell'artista. Che spaziano dall'epistola al diario, dall'articolo al testo di conferenza e al saggio.  Stesi fra l'inizio degli anni Dieci del 1900 e il 1947, riguardano l'arte dei rumori, la pittura, l'architettura, senza tralasciare le riflessioni che - lungo tutti gli anni Trenta - accompagnarono le esperienze legate all'occultismo e alla teosofia. I testi, alcuni dei quali rimasti sinora inediti, sono stati scelti nell'intento di offrire nuove possibilità di lettura del pensiero di Russolo. I curatori hanno analizzato la nascita degli scritti mettendoli in relazione con i momenti fondamentali della vita dell'artista e con i suoi rapporti intellettuali e professionali, sottolineando continuità ed evoluzioni delle sue idee in ambito musicale, artistico e filosofico. Da qui l'attenzione meticolosa data alle fonti documentarie, che si avvale di un confronto stringente con la bibliografia storica e con i materiali giunti a Rovereto, ora completamente ordinati, schedati e consultabili dai ricercatori.  Compositore, pittore, incisore, esoterista e studioso di filosofia orientale, Russolo nel febbraio 1910 sottoscriveva il "Manifesto dei pittori futuristi" e nell'aprile di quell'anno il "Manifesto tecnico della pittura futurista", essendo altresì firmatario del manifesto "L'arte dei rumori" del marzo 1913, in cui si teorizzava l'impiego del rumore nel contesto musicale. Si tratta di uno dei primi ad aver teorizzato e praticato il concetto di "noise music ", sostenendo che la musica doveva essere composta prevalentemente di rumori e non di suoni armonici. La sua musica veniva eseguita con uno strumento da lui stesso ideato, l'"Intonarumori", apparecchio meccanico capace di sviluppare suoni disarmonici e avanguardistici subito battezzati, nelle performances di quel movimento, "musica futurista". Nell'aprile 1914 debuttava al Teatro Dal Verme di Milano dirigendo il primo Gran concerto futurista per intonarumori, con un'orchestra composta di 18 intonarumori suddivisi in gorgogliatori, crepitatori, ululatori, rombatori, scoppiatori, sibilatori, ronzatori, stropicciatori. Russolo ripeté il concerto al Politeama di Genova e nel giugno al Coliseum di Londra, con dodici repliche, e in questa occasione conosceva Stravinskij. Nel settembre 1920 andava in scena al teatro di Lugo l'opera di Pratella "L'aviatore Dro" ma, contrariamente a quanto indicato in partitura, gli intonarumori vengono sostituiti dal rumore di una motocicletta e da una sirena di opificio. Nel 1922 costruiva il "rumorarmonio", mezzo necessario ad amplificare gli effetti musicali creati dall'intonarumori, e a partire dal 1923 si dedicava alla costruzione di una serie di rumorarmoni, specie di armonium ove vengono raccolte le sonorità base degli intonarumori; nel 1925 brevettava l'arco enarmonico.  La sua mancata adesione al fascismo lo esclude automaticamente dalla vivace attività svolta in quegli anni dai futuristi; per la musica si rivolgono a Pratella, il quale lentamente si sta defilando dal movimento preferendo dedicarsi alle cure dei Canterini romagnoli e agli studi di etnofonia, a Casavola e a Mix, nuovo astro nascente. La morte prematura e imprevista di Mix è l'occasione per riavvicinare i futuristi, tramite Prampolini, a Russolo e ai suoi nuovi strumenti. Pittore, musicista e inventore, rimane fra i protagonisti del futurismo, ed il debito che la musica del Novecento ha per la sua intuizione di un nuovo mondo sonoro nel quale il rumore si fa musica e non è ancora stato pienamente riconosciuto; i suoi manifesti ed il volume "L'arte dei rumori", uniti all'invenzione degli "intonarumori ", strumenti capaci di generare un rumore modulato in altezza, precorrono infatti tutta l'esperienza della Musique Concrète e della musica elettronica. Russolo inventò anche il rumonarmonico, che riuniva vari intonarumori insieme, pilotati da tastiere e pedaliere simili a degli armonium. Tutti questi strumenti furono impiegati nel 1927 per gli spettacoli della pantomima futurista al Thèatre de la Madeleine di Parigi.  Negli ultimi anni della sua vita si dedicò ad esperimenti di metapsichica e, fra vari e preziosi frammenti di un discorso rumorista, pubblicò il volume "Al di là della materia" (Brocca, Milano 1938), saggio filosofico che riguarda la sua esperienza nel campo esoterico del magnetismo e dello spiritismo occultista che aveva praticato prima a Parigi nel 1930 con Guido Torre, noto magnetista, e poi a Tarragona in Spagna negli anni 1931-1932 sino al ritorno in Italia, con una serie di direttrici teosofiche che ne informano l'opera figurativa e varie sintesi simboliche.

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