Murales vandalizzato,  gli studenti reagiscono  

Liceo Da Vinci. Ieri mattina l’azione pacifica di un gruppo di ragazzi di quarta di fronte agli imbrattamenti. «Rispondiamo con pennarelli bianchi e poesie, questo muro è di tutti»


Valentina Leone


Trento. Alle scritte deturpanti fatte con la bomboletta nera, loro rispondono con dei pennarelli bianchi, e dentro quelle lettere che insieme formano slogan contro Unicredit e a favore del popolo curdo, loro ci hanno sovrapposto i testi di poesie e canzoni che parlano di pace, condivisione e libertà. Questo il gesto di un gruppo di studenti del quarto anno del liceo scientifico Da Vinci, che giovedì mattina hanno trovato il muro della loro scuola, sul lato di via Madruzzo, imbrattato da una serie di scritte di matrice anarchica.

Un muro sul quale qualche anno fa era stato realizzato un murales, insieme agli studenti del liceo artistico Vittoria e con la collaborazione del Comune, e che in qualche modo rappresenta un “bene comune”, della scuola e non solo. Anche per questo vedere la parete imbrattata ha ferito particolarmente i ragazzi, che subito hanno espresso ai docenti e al preside la volontà di fare qualcosa. Sofia Fellin, una studentessa della sezione G, spiega: “Proviamo a contrastare un’ azione di vandalismo che esprime secondo me in qualche modo la difficoltà di dialogare della quale si parla spesso in questo periodo. Io ho scelto una poesia da Antologia di Spoon River, che parla di libertà e amore”. Patrizia Condini, docente di Storia dell’arte, aggiunge: “Non volevamo fosse un gesto contrastante o che alimentasse in qualche modo chi lo ha compiuto, volevamo semplicemente rispondere a modo nostro, dando un po’ di leggerezza e poesia a questo muro vandalizzato. Sono stati i ragazzi a trovare i testi, a proporsi: il nostro non è un gesto di sfida ma un’azione pacifica”. Roberto Conte, un altro docente di Storia dell’arte, ripercorre gli interventi di ripulitura del muro e il progetto artistico partecipato portato avanti negli ultimi anni: “Anche oggi siamo qui per prenderci cura di questo muro, per dire soprattutto che appartiene a qualcuno, che c’è chi se ne prende cura. Una voce poetica e pacifica, con il colore bianco, su queste lettere nere. Sono stati i ragazzi ad aspettarci qui l’altra mattina, e a proporsi subito per fare qualcosa: da qui ne è nata un’azione partecipata e poetica”.















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