Mille alpini per il museo nazionale 

Festa sul Doss Trento. Sono arrivati da tutta Italia per inaugurare la nuova casa della memoria che aprirà al pubblico la prossima primavera  Andreatta: «Facciamone un luogo di pace». Il presidente dell’Ana Favero: «Ripristinare la leva obbligatoria, valori militari utili per i giovani»


Maddalena Di Tolla


Trento. Il sogno degli Alpini si è realizzato e ieri un migliaio di penne nere, provenienti da decine di città diverse, hanno festosamente invaso il Doss Trento per festeggiare l’inaugurazione del loro Museo Nazionale Storico. Alle 10 ha avuto inizio la cerimonia, prima con l’alzabandiera nel prato di fronte al mausoleo a Cesare Battisti, quindi con la deposizione di una corona in onore ai caduti in guerra nel sacrario a lui dedicato, in presenza anche dei familiari dell’irredentista trentino, del presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti e del sindaco di Trento Alessandro Andreatta. Il pacifico plotone di autorità e penne nere, accompagnato da poco più di un centinaio di cittadini e simpatizzanti, si è quindi trasferito, sfilando ordinato al suono delle marce militari suonate dalla banda, verso l’edificio ampliato del museo, che fu costruito in origine nel 1958. Ai discorsi ufficiali ha fatto seguito la benedizione del cappellano militare, e il taglio del nastro. Ristrutturazione e ampliamento hanno un costo superiore ai due milioni euro. “Apriremo al pubblico, con il museo completo, in primavera – ci ha spiegato il direttore, il tenente colonnello Giulio Lepore, di Riva del Garda - avremo una biblioteca, spazi adeguati per la attività scolastiche, e molto spazio per l’esposizione, dove collocheremo reperti, schermi interattivi, materiali vari. Poi cercheremo la collaborazione qualificata del Comune e dei musei del territorio per progettare adeguate attività didattiche per le scuole”. L’ampliamento di quest’anno, dopo la ripresa dei lavori rallentati nel 2018 dal rinvenimento di reperti archeologici (una necropoli longobarda), ai quali adesso è dedicata una nicchia del museo, ha portato la superficie complessiva a ragguardevoli duemila metri quadrati, con due ale vetrate e corridoi di prato per ospitare in modo più delicato armi e cimeli bellici, come monito di un passato da onorare e da superare.

“Accostati con il rispetto che merita il loro sacrificio” si legge sul muro della sala delle medaglie al valor militare, dove si respira la tragedia che ha mutilato e reciso moltissime vite. Il sindaco di Trento Andreatta ha commentato: “Questo è un luogo centrale per la città e per la comunità del territorio. Questo Museo ricorda una tragedia tipica di un territorio di confine, dove ci si scontra e ci si incontra. Facciamone un luogo di pace”. Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Associazione Alpini, ha chiosato il suo infervorato commento, dopo i ringraziamenti di rito (anche ad Ugo Rossi, ex governatore, presente ieri in quanto iniziatore dell’iter del museo), spronando gli astanti sulla necessità di ripristinare la leva obbligatoria, indicando i valori militari e di servizio come utili da indicare ai giovani d’oggi. Il presidente Fugatti: “Dobbiamo avere una forte appartenenza a questo luogo, per il valore storico, culturale, di impegno civico che anche oggi voi Alpini portate nella quotidianità. Un forte senso di umanità caratterizza gli Alpini”. Il governatore ha indicato la presenza di diversi parlamentari della Repubblica come prova dell’interesse che la comunità prova per l’Associazione degli Alpini e per la loro storia. Lo spirito degli alpini, del resto, si è manifestato anche in questa occasione: alcuni volontari hanno dedicato fino a 50 giorni di lavoro gratuito, come falegnami, imbianchini, portatori e altri lavori, per terminare il nuovo museo.















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