LO STUDIO

Metalizzazione dell'idrogeno, coinvolta anche l'Università di Trento

Studio di fisica teorica pubblicato su Nature Physics



TRENTO. Uno studio di fisica teorica, che coinvolge anche l'Università di Trento, ha calcolato le caratteristiche fisiche (conducibilità elettrica, colore e lucentezza) e le proprietà chimiche dell'idrogeno al variare della pressione, per comprimerlo fino a renderlo solido e resistente come il metallo. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Nature Physics, proprio mentre in Europa si annunciano ingenti investimenti di Germania e Francia nel settore.

La ricerca si inserisce in un filone internazionale che da decenni vede gruppi di tutto il mondo impegnati nel comprimere gli atomi di idrogeno per creare in laboratorio a temperatura ambiente un superconduttore dalle prestazioni molto elevate, che non si surriscalda e non disperde energia, di grande interesse per applicazioni nel settore energetico e dell'elettronica e in altre situazioni che richiedano materiali in grado di funzionare anche in condizioni estreme.

"Abbiamo usato un modello teorico di avanguardia, da noi sviluppato, per poter simulare l'idrogeno ad alta pressione al computer, in modo da scoprire se ci fossero errori nei dati sperimentali, e da far chiarezza sui meccanismi di metallizzazione dell'idrogeno", dice Matteo Calandra Buonaura, del Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento, che ha condotto la ricerca assieme ai colleghi Lorenzo Monacelli e Francesco Mauri dell'Università La Sapienza di Roma e Ion Errea dell'Università dei Paesi baschi. I quattro fisici spiegano: "Siamo stati molto sorpresi quando i risultati della simulazione hanno confermato tutti i dati sperimentali: l'idrogeno metallico è un materiale particolarissimo: non solo è un metallo nero (caso raro, come la grafite), ma è addirittura trasparente alla luce infrarossa, e questo lo rende unico".













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