Medicina, è scontro istituzionale 

Università. Il presidente dell’Ateneo trentino Finocchiaro si rivolge al ministro Fioramonti: «No a soluzioni che non ci vedano come capofila» L’assessore Bisesti non ci sta: «Gravissimo che ci si muova per bloccare un progetto della giunta». Avanti dunque con due ipotesi contrapposte


gianpaolo Tessari


Trento. Scontro istituzionale sull’arrivo della facoltà di Medicina in città. É successo che il presidente del ateneo trentino Daniele Finocchiaro abbia detto pubblicamente di essersi rivolto al Ministro dell’Università e ricerca Lorenzo Fioramonti «auspicando un suo intervento per riportare maggiore cooperazione e rispetto tra istituzioni universitarie. Sia chiaro che non può esistere una soluzione che non veda il nostro Ateneo come capofila».

Un’ entrata dura dunque, i maligni direbbero a gamba tesa, contro il progetto della Provincia, quella che vedrebbe l’Università di Padova protagonista: «Ma è gravissimo. Come può il presidente Finocchiaro muoversi per tentare di bloccare un progetto della Provincia?» tuona l’assessore Mirko Bisesti (Lega) che ha la responsabilità dell’Università: «L’Ateneo di Trento, il rettore Collini, sono al lavoro su un altro progetto, alternativo, che guarda a Bolzano, all’Euregio per una facoltà di Medicina? Bene, se ne verifichi la fattibilità, come la giunta sta facendo con Padova. Poi si prenderanno le decisioni, individuando il progetto migliore, ma non è certo la richiesta di bloccare le nostre verifiche il modo giusto di procedere» osserva ancora Bisesti.

La cordata con Bolzano

Solo ieri avevamo dato notizia che il progetto “made in Trento” per una facoltà di Medicina aveva ottenuto un’accelerazione (senza andare a questionare se sia avvenuto perché il governatore Fugatti stia portando avanti dei tavoli tecnici con Padova) ed in effetti ieri mattina Collini è salito a Bolzano per portare avanti il confronto, anche se il suo alter ego altoatesino Luigi Paolo, era assente, di ritorno da un viaggio di lavoro Oltreoceano. L’Università di Trento, poi ricorderemo i tratti salienti del suo agire, punta ad una facoltà che guardi a nord, a Bolzano, all’Euregio, mettendo in rete le competenze e le docenze che già sono patrimonio dell’Ateneo di Collini. Finocchiaro, se ci fossero ulteriori dubbi, ha rilanciato: «L’operato del Rettore ha avuto ed ha tutt’ora il mio pieno supporto. Sono e sarà sempre al suo fianco quando, tra qualche settimana presenteremo la nostra strategia» avverte la giunta il presidente dell’Università.

Un rating tripla A

Insomma Finocchiaro, che in questo primo anno di presidenza non si era certo fatto notare per un interventismo spinto (anzi), non le manda certo a dire alla giunta Fugatti.

In Piazza Dante le verifiche con Padova proseguono. A chi storce il naso per una serie di scelte a trazione veneta, viene fatto notare che l’Università in questione ha un rating di assoluta eccellenza, una tripla A, che possono vantare in pochissimi. C’è chi arriva a spingersi anche a teorizzare un possibile esordio di Medicina a Trento già per il prossimo settembre, limitatamente ad un quinto anno che consentirebbe di avere i primi laureati all’ombra del Bondone nel breve periodo. La questione dei costi: il progetto tutto trentino, abbiamo scritto ieri, consentirebbe un risparmio netto del 20% rispetto a quello con il coinvolgimento di Padova.

Costi, ovvio, solo stimati dagli addetti ai lavori. Come, tuttavia, in Piazza Dante si stima un costo di circa 4 milioni di euro per avviare il progetto: quello del quinto anno per un anno di studi. Anche se è molto prematuro, questa valutazione porterebbe ad una spesa di circa 20 milioni di euro ogni anno, una volta attivato l’intero ciclo di studi per arrivare alla laurea in medicina.

I costi stimati

Non è un segreto che la facoltà in questione sia molto costosa, anche per via del macchinario medico necessario: ma nelle intenzioni dell’esecutivo provinciale l’investimento dovrebbe servire a tamponare la grave mancanza di medici in Trentino. In estrema sintesi, il progetto di Collini è invece quello di dare vita ad un nuovo corso di laurea in Medicina, che mantenga qui la piena regia di tutto, mettendo a sistema ciò che già esiste: il Cibio con le sue eccellenze nella ricerca sulla biomedicina, l’ospedale Santa Chiara di Trento che così diventerebbe clinica universitaria (e dove già lavorano, si fa notare, ottimi ricercatori clinici), e l’intero comparto della sanità trentina. Non è ancora certo se il progetto preveda di far partire a Trento da subito anche il triennio propedeutico iniziale (ipotesi più fondata) o se cominciare con il triennio “magistrale”.













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