Loacker, benvenuti nel regno del wafer

Tra le attrazioni la fontana di cioccolato e i distributori di minibiscotti. Oggi, dalle 7.30, l’apertura al pubblico


di Luca Marognoli


TRENTO. Non serve avere la palla di cristallo per prevedere la fila dei visitatori del mercatino di Natale, tra poco più di un mese, che si scalda le mani fuori dalla “casa dei nani del wafer”, in attesa del proprio turno. Serviva essere autorità o giornalisti ieri (quanto è bello in certe occasioni fare questo lavoro) per vedere dal vivo e in anteprima la favolosa fontana di cioccolato zampillare. Lo confermiamo: esiste. Si chiama “colatrice” ed è una delle attrazioni del nuovissimo Loacker Point, all’incrocio tra piazza Fiera e via Santa Croce.

È fatta di due “rubinetti” dai quali sgorga a getto continuo crema al gusto vaniglia da una parte, Napolitaner (che deriva il suo nome dalle nocciole napoletane) dall’altra. «Ci farciremo le brioche, i coni del gelato, gli strudel», spiega Lotte Sanin, brand manager Loacker Retail. Ma non crediate (come forse qualcuno aveva sognato) di potervi servire da soli: «Il self service purtroppo non è previsto», ride Lotte.

La “fonte delle meraviglie” per i golosi di tutta Italia e del globo intero (visto che Loacker arriva ormai in tutto il mondo e ha un export in forte crescita) è oltre il bancone e per raggiungerla servirebbe uno scavalcamento degno di uno “streaker”, i pazzi che invadono i campi sportivi per puro esibizionismo. Quindi rinunciate, se potete, e accontentatevi di essere serviti. Vi rasserenerà la magica vista dello Sciliar, che occupa l’intera parete retrostante. «È il panorama che vediamo noi dal nostro stabilimento ad Auna di Sotto, sul Renon», dicono alcune dipendenti, in abito elegante delle grandi occasioni. Mentre il marketing director Hans-Peter Dejakum puntualizza: «Quella montagna è il simbolo della natura ed presente anche sul nostro antico logo. Lo dimostrano i prodotti: usiamo solo frutta liofilizzata. Niente aromi: quelli sono il doping dei dolci». Anche per questo è stata scelta Auna come sede dello stabilimento, che dà lavoro a 300 persone (la metà dei dipendenti Loacker): è alta mille metri e l’aria è fresca e priva di umidità, temutissima dai wafer.

Ma passiamo al locale e ai prodotti. Del Loacker Moccaria, il bar (dove è possibile gustare pasticcini, torte e gelati), abbiamo parlato. Proprio accanto c’è il Loacker BrandStore, la parte riservata al negozio, una varietà di oltre 200 prodotti, confezioni regalo e articoli di merchandising. Qui troverete 12 grossi contenitori a forma di tubo, i “Pick and mix”, contenenti i 18 gusti dei “Miniwafer”, i prodotti della “Gran pasticceria” e le “Rose”. Basterà servirsi e riempire il proprio cestino. Nello store sono in vendita anche i prodotti che non si trovano nei supermercati, come i wafer ai gusti di limone e mirtillo, ma anche le confezioni regalo a cassettina e di latta. Su un tavolino spicca una piramide di vasetti di crema spalmabile Loacker Napolitaner (guai a pronunciare il nome Nutella: qui è proibito). Tra le novità le tavolette di wafer ricoperte di cioccolato di quattro tipi.

All’inaugurazione hanno fatto gli onori di casa Christine Zuenelli, figlia del fondatore Alfons Loacker, e il nipote Martin, la terza generazione della dinastia del wafer. Impegnata a girare come una trottola per il “suo” locale la gestrice, Chiara Nicoletti, 22 anni, di San Martino di Castrozza, figlia di Piero, proprietario degli hotel Aurora e Alpino. «Ho fatto il liceo economico per il turismo a Fiera», dice la giovane. «L’imprenditoria femminile è importante».

Breve comparizione per l’arcivescovo Luigi Bressan, che ha sorriso alle battute sui peccati di gola dell’assessore Renato Tomasi, intervenuto assieme al collega provinciale Carlo Daldoss. E per finire la benedizione e un Padre Nostro con il priore delle Laste, padre Piero. «Qui si deve trovare una parola, un sorriso. È un luogo che dà gioia», dice (soprattutto per il palato).

Oggi alle 7.30, finalmente, l’apertura al pubblico. Per i tanti che ieri, come bambini di fronte a un negozio di giocattoli, sfregavano il naso sulla vetrina, il giorno del riscatto.













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