Life Franca, per prevenire le alluvioni
Presentato anche in Trentino il progetto europeo che punta ad anticipare gli eventi calamitosi
TRENTO. Sembra qualcosa di lontano invece è un progetto concreto. Parliamo del Life Franca, progetto europeo che dura tre anni, dedicato alla comunicazione del rischio alluvionale e all’ applicazione delle tecniche di anticipazione agli eventi calamitosi. L’obiettivo è preparare le comunità ad affrontare gli eventi alluvionali in Trentino in modo partecipativo. Il budget è di 1.058.242 euro, di cui il 60% è finanziato dalla Comunità Europea. Nei giorni scorsi al Muse sono state presentate le attività, davvero molte, condotte nel primo anno dall’avvio nello scorso autunno.
I promotori ricordano che il territorio trentino presenta un reticolo idrografico fitto e complesso, con numerosi piccoli bacini montani e grandi corsi d’acqua di fondovalle. La morfologia del territorio, l’uso del suolo e gli eventi meteorologici scatenanti rendono questa regione vulnerabile rispetto ai fenomeni alluvionali. Gli eventi di piena in Trentino sono tutt’altro che rari (26 solo nel recente periodo maggio-agosto 2017). Partner del progetto sono UniTrento e UniPadova, Servizio Bacini Montani della Provincia autonoma di Trento, Distretto idrografico Alpi Orientali, MUSE, azienda Trilogis. Le azioni svolte sono divise in una parte di mappatura e raccolta di informazioni e dati scientifici e in una parte divulgativa, formativa e partecipativa, rivolta a cittadini, scuole, giornalisti, amministratori locali. UniPadova ha rielaborato i dati relativi agli eventi alluvionali negli ultimi 20 anni: coordinate geografiche e temporali, tipologia e intensità del fenomeno, condizioni meteorologiche corrispondenti e potenzialmente innescanti degli eventi. Sono stati analizzati in Trentino tre casi studio, individuati in base a pericolosità alluvionale, vulnerabilità del territorio, attività economiche prevalenti (industria, agricoltura, turismo).
Le località studiate sono Trento, Borgo e la Val Rendena, dove si organizzeranno alcuni focus group. Finora sono state svolte diverse attività nelle scuole, fra le quali molto particolare è Arduriver, un laboratorio che impiega l’ appassionante (per i giovani) tecnologia di Arduino per costruire e sperimentare uno strumento di monitoraggio.
Agli insegnanti era rivolto il laboratorio di ottobre “Il rischio idrogeologico: dalla cultura dell’emergenza alla cultura dell’anticipazione”. Sono in programma momenti formativi per giornalisti nella primavera del 2018. E’ stato realizzato un portale. Che resterà anche dopo la fine del progetto, e diversi video educativi interessanti e chiari. Sono state svolte interviste a cittadini, amministratori, giornalisti per capirne la percezione del rischio: l’esito è che molti non ne hanno corretta percezione o pensano solo a soluzioni tecniche non formative o sociali: dunque Life Franca serve davvero.