INVERNO

Legambiente e lo sci «impossibile»

Il Rapporto Nevediversa: oltre 100 stazioni chiuse, come la nostra Panarotta: «Occorre una transizione, ma bisogna fare presto»


Gigi Zoppello


TRENTO. In Italia il numero di impianti da sci dismessi o abbandonati è aumentato di 234 unità in due anni (dal 2020) e in questo momento ci sono, nel Paese, 150 stazioni chiuse, come ad esempio la Panarotta. Ma altre 149 località «sopravvivono grazie a cospicue iniezioni di denaro pubblico». Un bollettino di guerra documentato nella recente indagine «Nevediversa» di Legambiente.

Eppure, rileva l’inchiesta, «in un contesto di cambiamento climatico, siccità e mancanza d’acqua e di neve, sono almeno 150 i nuovi progetti, o gli adeguamenti sciistici, che ricadono in zone di protezione europea Rete Natura 2000».

Legambiente ne cita alcuni come casi istruttivi, ad esempio il progetto da 3,5 milioni finanziato dalla Regione Lombardia (anche con i «fondi di confine») per l’ampliamento del carosello del Tonale per salire più in alto.

Sì, perché «le aree sotto i 1500 metri di quota - osserva Vanda Bonardo, di Legambiente - non possono più pensare di avere neve con continuità, e quelle intermedie rischiano di chiudere. Probabilmente lo sci sopravviverà solo sopra i 2500 metri. Dobbiamo tirarci su le maniche - ha detto Bonardo alla Rivista del Cai - e prima si comincia, meglio è. La transizione va pensata e ragionata in tempi brevi».

Oltre al caldo ed all’innalzamento della quota, un altro drammatico problema è quello dell’acqua. Lo studio Legambiente riporta che «L’Italia, stando alle ultime stime disponibili, è tra i paesi alpini più dipendenti dalla neve artificiale con il 90% di piste innevate artificialmente, seguita da Austria (70%), Svizzera (50%), Francia (39%). La percentuale più bassa è in Germania, con il 25%. Preoccupante il numero di bacini idrici artificiali presenti in montagna ubicati in prossimità dei comprensori sciistici italiani e utilizzati principalmente per l’innevamento artificiale: sono ben 142 quelli mappati nella Penisola per la prima volta da Legambiente attraverso l’utilizzo di immagini satellitari per una superficie totale pari a circa 1.037.377 mq. Il Trentino Alto Adige detiene il primato con 59 invasi, seguito da Lombardia con 17 .

Acqua «immagazzinata», ad uso dei cannoni da neve.

 













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