Le opere di Alba Chiara aiuteranno altre vittime 

A Palazzo Trentini. Nella sede del consiglio provinciale da venerdì in mostra i dipinti  della 22enne uccisa dal fidanzato a Tenno. Le donazioni alle donne che subiscono violenze 


Sandra Mattei


Trento. “Sono contenta quando parlo di Alba Chiara, è un modo per trasformare il dolore in energia positiva”. A parlare è Loredana, la mamma di Alba Chiara Baroni, in occasione della presentazione della mostra che sarà inaugurata il 20 settembre, alle 18, a Palazzo Trentini, la sede del consiglio provinciale.

Alba Chiara è stata uccisa a 22 anni dal suo fidanzato Mattia, due anni fa, lasciando nel dolore i genitori Loredana e Massimo e la sorella Aurora ed aprendo ferite difficili da rimarginare anche nella piccola comunità di Tenno. Ma la forza con cui i genitori di Alba Chiara hanno affrontato la tragedia, ha permesso di avviare un progetto per aiutare altre donne che subiscono violenza, grazie alle associazioni Amici di famiglia e la Fondazione Famiglia di Rovereto, attraverso il linguaggio dell'arte. Perché Alba Chiara, è stato ricordato, aveva un sogno: fare della creatività un lavoro. “Per questo proporre le sue opere – ha spiegato la curatrice della mostra Maddalena Tomasi - è dare concretezza alle sue speranze e un futuro alla sua vita spezzata”. Le opere di Alba Chiara, che aveva frequentato la Scuola d'arte e mestieri di Vicenza, diventano un percorso che riflette le sue aspirazioni. “In mostra – aggiunge Tomasi - ci saranno 11 dipinti ad olio ed acquerello, ma anche i bozzetti dei gioielli e le prime ricerche con varie tecniche, tutte accomunate da un'esplosione di colori”. Completa il progetto, che diventerà itinerante, il video di testimonianze realizzato da Leonardo Fabbri. S'intitola “Alba Chiara luce negli occhi, gioia nel cuore” la mostra che comprende più iniziative e ha coinvolto istituzioni e associazioni (Commissione pari opportunità, Mafalda Donne Trento, Acli, Donne in Cooperazione, Fidapa, Inner Wheel Club Trento, Inner Wheel Club Trento Castello, Lions Club e Soroptimist International). Come ha spiegato Emanuela Skulina, responsabile del progetto e coordinatrice della Famiglia Materna, “la mostra non è un traguardo, ma un punto di partenza”. “Le donazioni che raccoglieremo durante l'esposizione – ha aggiunto la presidente di Amici di famiglia, Mara Rinner – aiuteranno le donne in difficoltà e i loro bambini. L'anno scorso abbiamo accolto 200 persone e le prime donazioni arrivate ci hanno permesso di aiutare una mamma che ha trovato casa con i suoi figli, ma aveva bisogno di depositare la caparra. Ad un'altra scappata di casa abbiamo acquistato un presidio sanitario, a un’altra ancora un apparecchio acustico”. Walter Kaswalder e Roberto Paccher, rispettivamente presidente del consiglio provinciale e regionale, hanno detto che le istituzioni hanno il dovere di far crescere una cultura basata sul rispetto reciproco, alla luce dei femminicidi accaduti anche in Trentino (per l'ultima vittima, Eleonora Perraro, proprio domenica si è tenuto un corteo). Maria Chiara Franzoia, vicesindaco di Trento: “Gli ultimi eventi ci confermano che dobbiamo continuare a fare la nostra parte per combattere la violenza di genere”. Intanto ieri l’assessora provinciale Stefania Segnana ha partecipato al Gruppo interdisciplinare per il contrasto delle situazioni di violenza sulle donne, costituito da rappresentanti di Polizia, Carabinieri, Polizia Locale, Commissariato del Governo, Azienda sanitaria, Provincia, Servizi sociali e Casa rifugio: il gruppo ha il compito di esaminare i casi di violenza domestica ad alto rischio posti all’attenzione del Questore, relativamente ai procedimenti di ammonimento.













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