Le minoranze “salvano” Kaswalder 

Il pasticcio del licenziamento. Via libera in Ufficio di presidenza al bilancio con i 200 mila euro per rifondere Pruner Il presidente dice no all’obbligo di pagare di tasca propria ma l’ascia (mozione su Dallapiccola) non è stata seppellita



Trento. Dopo due rinvii ieri è passato in Ufficio di presidenza il bilancio del Consiglio provinciale. Votato dai soli presidente Walter Kaswalder e Mara Dalzocchio, Lega, mentre a mantenere il numero legale ci ha pensato, rimanendo al tavolo, Michele Dallapiccola che poi ha votato contro. Il vicepresidente del Consiglio Alessandro Olivi, Pd, è uscito mentre Filippo Degasperi, non si è presentato.

Dunque tanto tuonò che non piovve. Perché? Perché si erano puntati i piedi, lo avevano fatto le opposizioni ed in particolare i tre questori appena citati, perché Kaswalder (condannato in prima istanza per aver licenziato in modo illegittimo il proprio segretario Walter Pruner) accettasse, avendo scelto questa strada in solitudine, la manleva dei 200 mila e rotti euro da pagare al torteggiato.

Ovvero che fosse proprio Kaswalder a sollevare il Consiglio provinciale da esborso e responsabilità, accettando di mettere a verbale che in caso di condanna avrebbe provveduto lui a saldare il conto: «Mah, guardate non credo che sia giuridicamente possibile farlo» si è giustificato Kaswalder. Dunque il bilancio è passato e, soprattutto, nessuno ha messo, per ora, in discussione la propria poltrona. La mozione di sfiducia si è rivelata acqua fresca, i tre questori non avevano (tutt’altro) la certezza di essere rieletti a quel posto e la richiesta di fare saltare il banco, avanzata soprattutto dall’allora capogruppo del Pd Giorgio Tonini (perciò poi dimissionario) non era stata accolta.

Va detto che il centrodestra non ha messo nel cassetto, anzi, la mozione per fare decadere dal ruolo nell’Ufficio Dallapiccola, e che l’ascia di guerra non è sepolta molto profonda. Ecco Olivi: «Non abbiamo voluto bloccare il bilancio perché oltre a contenere risorse essenziali per fare funzionare le istituzioni avrebbe impastato dentro beghe politiche 2 milioni di euro da destinare ai trentini in difficoltà. Resta un atto, il licenziamento che Kaswalder ha deciso da solo e che dovrà dunque rifondere da solo».

Ancora, Dallapiccola: «Ho garantito il numero legale per votare la variazione e consegnare i due milioni di avanzo alla Provincia. Abbiamo voluto appurare che la prima tranche di accantonamento non intacchi i 2 milioni nè tagli attività in fieri ma derivi da specifico capitolo di riserva. Tutto per esprimere al meglio il nostro ruolo di controllori. Cosa che con le dimissioni non avremmo potuto fare». Mai come in questo caso ai posteri l’ardua sentenza. G.T.













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