ALTO GARDA

Le incisioni rupestri a rischio

Abbandonate a se stesse e agli escursionisti potrebbero essere cancellate. L’allarme degli archeologi


di Maddalena Di Tolla


ALTO GARDA. I sindaci di Nago Torbole e di Arco hanno iniziato a ragionare su come tutelare e valorizzare le incisioni rupestri presenti da secoli su alcune rocce nel loro territorio, scoperte a partire dagli Settanta del secolo scorso. Le incisioni sono abbandonate al loro destino, alle intemperie e a eventuali danneggiamenti e di esse si è quasi persa traccia nella memoria e attenzione delle comunità locali. Nei giorni scorsi al Mag di Riva del Garda l'antropologa Marta Villa e il noto archeologo e docente universitario Domenico Nisi hanno presentato un opuscolo di taglio turistico dedicato alle centinaia di incisioni, alcune datate molto indietro nel tempo, che si trovano in varie località a cavallo dei confini politici fra Trentino, Veneto, Lombardia.

L'obiettivo dell'iniziativa è coinvolgere le amministrazioni comunali in un percorso che porti a proteggere e valorizzare questi segni della frequentazione antropica dei secoli scorsi. I rischi sono dati da una frequentazione di escursionisti e climber che non conoscendo il valore e spesso nemmeno la presenza delle incisioni potrebbero danneggiarle.

A Nago Torbole è segnalata in particolare la parete di Daine, dove compaiono alcune figure di probabile attribuzione tardo medievale. Il sindaco Gianni Morandi si è recato in sopralluogo nei mesi scorsi con gli esperti e ne è rimasto entusiasta. «Non conoscevo quelle incisioni. Dobbiamo pensare a come proteggerle e valorizzarle. Il giorno del mio sopralluogo ad esempio abbiamo visto una corda di climber stranieri che scivolava proprio sopra un'incisione, a lato di una via, senza che loro se ne rendessero conto. Dobbiamo evitare danni, anche involontari. Fra l'altro in quella zona c'è anche il turismo delle trincee belliche. Mi impegno a non lasciar cadere questo problema. Installeremo innanzitutto delle bacheche informative».

Nel comune di Arco è la zona di Massone (anch'essa sede di diverse frequentatissime vie di arrampicata) a presentare molte incisioni, tracce del probabile percorso di pellegrinaggio del XII secolo che collegava la chiesa romanica con quella di Troiana. A Pianaura c'è il grande riparo con la massima concentrazione di petroglifi medievali.

«Dovremo lavorarci ragionando insieme fra amministrazioni comunali diverse – argomenta il sindaco di Arco Alessandro Betta - cercando di mettere in sicurezza le incisioni e al tempo stesso valorizzarle. Le incisioni del resto sono la prova di una frequentazione che in passato non conosceva confini. Dobbiamo evitare di dare troppa enfasi alla loro riscoperta, cosa che rischierebbe di attirare male intenzionati.»

Il volume curato da Villa e Nisi è stato stampato con il patrocinio di tutti i comuni con incisioni, a dimostrazione dell'interesse suscitato dal tema su scala sovraregionale. Ora si tratta di creare la rete alla quale hanno dato avvio i due studiosi. Morandi e Betta si sono detti entrambi aperti all'ipotesi di realizzare una rete fra “comuni delle incisioni”, e di considerare un accordo di programma in merito come uno strumento possibile. L’obiettivo è di riuscire a valorizzare le incisioni rupestri, riuscendo allo stesso tempo a tutelarle.

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