il caso

La Regione “censura” Dellai e Degasperi

Dalla mostra di Fabrizio Berti rimossi i ritratti di Hitler e Mussolini, ma anche quelli dei due trentini. L’artista: non capisco


di Paolo Tagliente


TRENTO. Il mistero della mostra da cui, un po’ alla volta, spariscono i quadri. Potrebbe intitolarsi così, la vicenda che vede come protagonista (ma sarebbe più corretto definirlo “vittima”) Fabrizio Berti, giovane e valente artista di Torcegno che, proprio in questi giorni, espone alcune delle sue opere nell'atrio al piano terra del Palazzo della Regione, in via Gazzoletti.

L'iniziativa si chiama “Historical Tag” e i lavori di Berti rappresentano ritraggono personaggi che, a modo loro, hanno fatto la storia a livello mondiale, ma anche in ambito locale. Protagonisti Alcide Degasperi, Lorenzo Dellai, Silvio Berlusconi, George Bush e dittatori come Hitler, Mussolini e Mao Tse Tung. Una mostra come tante, verrebbe da dire. Sì, anzi no. Perché, uno ad uno, i ritratti stanno sparendo.

I prima ad andarsene sono stati Adolf Hitler e Benito Mussolini, dopo solo due giorni dall'inizio della mostra, aperta il 27 marzo e, al loro posto, è comparso un biglietto con la scritta “opere censurate”. Biglietto che qualcuno è riuscito a vedere, ma che è stato a sua volta rimosso subito. Due giorni dopo, invece, a smaterializzarsi sono stati George Bush, Mao, Berlusconi e Dellai. Ma che è successo? «Non chiedetelo a me – risponde Berti, visibilmente sconcertato – so solo che mi è stato chiesto di togliere prima Hitler e Mussolini e, due giorni dopo, è toccato anche gli altri quattro ritratti. Credo che nei primi due casi, la decisione sia stata presa dopo le proteste di qualcuno. Ma sui motivi della rimozione delle altre opere non so nulla».

Va detto che le opere di Fabrizio, realizzate su tele di varie misure con colori acrilici, non possono essere certo accusate di esaltare questa o quella ideologia. Si tratta semplicemente di arte. E come tali possono piacere o non piacere, ma intravvedere in esse qualcosa di offensivo risulta davvero difficile. «Quando ho dovuto togliere le prime due – spiega Fabrizio – ho ritenuto doveroso mettere un biglietto, in cui spiegavo che i quadri erano stati censurati, ma mi è stato chiesto gentilmente di togliere anche quello per evitare polemiche e, soprattutto, per evitare che della vicenda venissero a conoscenza i giornali».

Ma non è bastato. Stupito dalla fuga di notizie, Berti non ha potuto che confermare quanto accaduto ed esprimere il suo stupore. «Proprio non capisco – continua Fabrizio, allargando le braccia – perché già lo scorso ottobre quando stavamo organizzando l’esposizione, ho inviato ai responsabili tutte le immagini delle opere che avevo intenzione di mettere in mostra. E nessuno ha avuto nulla da eccepire».

L’iniziativa ha avuto inizio il 28 marzo, due giorni dopo viene chiesto a Berti di rimuovere i primi due ritratti e il primo aprile “spariscono” anche gli altri quattro personaggi. A questo punto, visto che la mostra si chiuderà domenica 10 aprile, il consiglio è di andarla a vedere subito, prima che tutti i quadri vengano rimossi e sostituiti da alte opere. Chi invece vuole vedere la mostra “originale” può collegarsi al sito al link http://www.regione.taa.it/ripi/schedaOpera.aspx?ID=655 della Regione dove nessuno ha ancora tolto nulla. Per ora.

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