La nuova cultura secondo Bisesti 

Stati generali il 22 novembre. Gli esperti: «Offerta troppo frammentata e management vecchio. Eccessiva separazione tra cultura “alta” e “bassa”». L’assessore Bisesti: «I giovani diventino produttori, non solo fruitori» 



Campodenno. Management vecchio, scarso coinvolgimento dei giovani nelle professioni artistiche: un blocco generazionale. Ma anche troppa frammentazione, pochi obiettivi di sistema e pochi direttori artistici qualificati, promozione centrata solo sui grandi eventi e separazione ancora troppo forte tra “cultura alta” e “cultura bassa”.

Ecco il giudizio, piuttosto severo, emerso ieri a Castel Belasi, gioiello appena restaurato tra i meleti della bassa Val di Non, arrivato ieri dal gruppo di esperti chiamati dalla giunta Fugatti e incaricati di delineare gli orientamenti in vista delle linee guida per le politiche culturali della Provincia.

L’obiettivo del Forum, ha spiegato l’assessore alla cultura Mirko Bisesti, è di avere uno sguardo esterno sul sistema culturale trentino: “La sfida culturale è una priorità in questo momento, è in gioco il nostro futuro. Abbiamo voluto metterci in discussione per poter riconoscere, attraverso il confronto, le nostre criticità e i punti di forza. Così abbiamo coinvolto degli esperti a livello nazionale in modo che ci offrissero un punto di vista esterno”. “Ciò che ora manca è una rete del sistema culturale, per non puntare solamente sul Trentino turistico delle montagne – ha aggiunto l’assessore – Manca un coordinamento che non deve essere calato dall’alto, ma che nasca dalla partecipazione degli attori coinvolti. Insieme si può dar vita a una nuova idea di cultura come sistema che guardi al futuro anche attraverso la formazione di nuove professionalità, investendo sui giovani che dovranno diventarne produttori e non solo fruitori”.

Nel corso dell’incontro intitolato “Ripensare le politiche culturali oggi”, ieri mattina il gruppo di esperti che nei mesi scorsi ha preso parte ai lavori del Forum della Cultura si è riunito nella sala dedicata a Giuseppe Negri, compianto ex presidente del Bim dell’Adige, per riflettere e confrontarsi sulle politiche culturali da portare avanti, sui punti di forza e sulle carenze attuali, sugli argomenti e gli spunti che potranno fare da pilastri nella costruzione di un vero e proprio sistema trentino della cultura. Il frutto di un percorso partecipato che sfocerà negli Stati Generali della Cultura in programma il 22 novembre prossimo.

Partendo dalla consapevolezza di poter contare su un sistema d’eccellenza, sono emersi alcuni punti su cui c’è ancora da lavorare, come la frammentazione, frutto di ragionamenti per “compartimenti stagni”, l’invecchiamento del management, e in quest’ottica va letta la volontà di formare nuove professionalità, e la separazione ancora troppo marcata tra cultura alta e cultura bassa, che fa il paio con una «scarsa attenzione alla presenza trasversale e “tangibile” della cultura».

Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche Roberto Ceccato, Claudio Martinelli e Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore che ha coordinato i lavori del Forum, il quale ha posto l’accento sull’importanza della condivisione. “La partecipazione deve essere volta a far sì che la materia culturale non sia museale, ma abbia vivacità, forza, che sia pronta a diventare rete – ha detto Buttafuoco –. In questo contesto si devono inserire le nuove figure di manager della cultura, per farla diventare anche economia e commercio”. Tra i nuovi paradigmi indicati nel documento anche la formazione di professioni della cultura e un nuovo coinvolgimento di associazionismo e volontariato, alleggerendo gli adempimenti burocratici. F.B.













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