“L’arte in guerra”, al via la mostra di Piedicastello
Trento. Apre oggi a Le Gallerie di Piedicastello la mostra “Uffizi in Passeier. Chi protegge l’arte in guerra?”, curata e prodotta dal Museo Passiria e riallestita nell’ambito del programma di...
Trento. Apre oggi a Le Gallerie di Piedicastello la mostra “Uffizi in Passeier. Chi protegge l’arte in guerra?”, curata e prodotta dal Museo Passiria e riallestita nell’ambito del programma di collaborazione istituzionale tra i due Musei. Un interessante percorso, visitabile fino all’1 novembre 2020, che racconta la vicenda delle importanti opere d’arte fiorentine custodite in un deposito in Alto Adige durante la seconda guerra mondiale.
Perché, durante il secondo conflitto mondiale le opere d’arte arrivano in Alto Adige? Quali capolavori si trovavano tra queste? È possibile che si trattasse di un tentativo di trafugamento sotto mentite spoglie? Partendo da questi interrogativi la mostra “Uffizi in Passeier” ricostruisce una vicenda fuori dall’ordinario, nella quale si intrecciano storia locale e capolavori di fama mondiale.
Fotografie e filmati storici riportano i visitatori e le visitatrici nel pieno degli anni di guerra 1944/45. Il percorso è incentrato sulle due prospettive che si alternano attraverso gli attori che le rappresentano: il Deutscher Kunstschutz difende il trasferimento delle opere d’arte definendolo un’azione di salvataggio dagli attacchi aerei degli americani, la US-Army mette in evidenza il recupero delle opere d’arte dalle mani dei tedeschi che intendevano trafugarle.
Sulla base di brani estratti da atti, lettere e diari, i curatori della mostra, Judith Schwarz e Albert Pinggera, avvicinano le persone coinvolte nei fatti: su due scrivanie si trova la corrispondenza ufficiale e privata per attirare l’attenzione sulle difficoltà da superare, sulle esperienze particolari e sulla responsabilità immensa nell’aver a che fare con opere d’arte di rilevanza mondiale.
Da un lato la mostra racconta le storie che si svolgono attorno al deposito dell’epoca con capolavori di artisti quali Rubens, Tiziano, Caravaggio, Cranach e Botticelli e inscena le riproduzioni dei dipinti a grandezza originale. Dall’altro, nel percorso trilingue, emergono anche altre domande cruciali e attuali: la propaganda culturale della guerra mondiale si è radicata nelle nostre menti? A chi appartiene il patrimonio dell’umanità? Si può proteggere un’identità culturale?
La mostra, come sottolinea il direttore Giuseppe Ferrandi, «rappresenta un'occasione interessante per conoscere una vicenda particolare e poco nota che coinvolse la Wehrmacht tedesca, le autorità fasciste di Mussolini e la US-Army».