Trento. Nel 2022, con una progressione già a partire dal 2019, il gettito nelle casse provinciali relativamente all’addizionale Irpef sarà più che raddoppiato, portando la cifra dai 48 milioni del 2018 (l’ultimo bilancio della precedente giunta) ai 97 previsti del 2022. A fine 2018, infatti, sono scadute le agevolazioni previste dalla giunta di centrosinistra per i redditi fino a 20mila euro. La giunta Fugatti ha rivisto le agevolazioni, che ora possono essere applicate ai redditi fino ai 15mila euro. Una novità tocca, dall’anno d’imposta 2020, anche i redditi superiori ai 55mila euro, per i quali è previsto un aumento dello 0,5% dell’addizionale.

Un prelievo nelle tasche dei contribuenti trentini fortemente criticato dal consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle Filippo Degasperi: «Da sempre uno dei ritornelli che identifica la propaganda del centrodestra, sia quello berlusconiano che quello salviniano - scrive Degasperi - riguarda la riduzione delle imposte. La recente storia del nostro Paese dimostra che, nei fatti, quando il Centrodestra ne ha avuto l'opportunità si è puntualmente scordato delle promesse elettorali in campo fiscale. E il Trentino, contando sulla scarsa memoria e soprattutto sulla scarsa attenzione degli elettori, conferma la regola. L'addizionale regionale è un'imposta che la Giunta provinciale può manovrare a piacere. Colpisce i redditi delle persone fisiche su base proporzionale ed è quindi lo strumento ideale per dimostrare vicinanza a queste categorie. Per questo fin dal 2014 la mia azione si era concentrata sulla riduzione di questa imposta con risultati sicuramente migliorabili ma comunque significativi. È la conferma - conclude Degasperi - che i trentini stavano meglio quando stavano peggio».