Interessi pagati in ritardo condannato il tesoriere

La Corte dei Conti: Unicredit deve versare alla Provincia 202 mila euro «La convenzione per la valuta è stata applicata in modo scorretto per sei anni»



TRENTO. La Corte dei Conti di Trento ha condannato Unicredit Banca spa, tesoriere della Provincia, a rifondere all’ente pubblico 202.775 euro (più rivalutazione monetaria ed interessi) per la scorretta applicazione della convenzione di tesoreria per le annate dal 2003 al 2008.

La contestazione riguardava i tempi errati con cui il tesoriere riconosceva all’amministrazione la valuta per le entrate provenienti dai conti correnti postali. Secondo la convenzione stipulata, il termine di quattro giorni deve decorrere dal versamento delle somme sui conti correnti postali, non - come è stato riscontrato avvenire - dal trasferimento delle somme giacenti sui conti correnti al conto di tesoreria.

I calcoli effettuati dalla Corte dei Conti hanno portato la sezione giurisdizionale regionale composta dal presidente Ignazio del Castillo, dal consigliere Marcovalerio Pozzato e dal consigliere - relatore Grazia Bacchi a pronunciare la sentenza di condanna di Unicredit a versare l’equivalente del danno causato dalla mancata riscossione degli interessi sulle somme. I 202.775 euro mancanti risultano così ripartiti nei diversi esercizi: 45.400 euro per il 2004, 39.558 per il 2005, 39.576 per il 2006, 34.320 per il 2007, 32.539 per il 2008 e 11.349 per il 2009.

Respinte le argomentazioni della difesa, secondo cui le modalità di versamento sarebbero state concordate con la Provincia stessa, la quale avrebbe anche confermato l’avvenuto rispetto delle pattuizioni.

Il pubblico ministero Paolo Evangelista aveva invece condiviso le conclusioni del magistrato relatore, richiamando le regole di interpretazione del contratto e affermando l’irrilevanza di eventuali accordi intervenuti successivamente alla stipula della convenzione tra il tesoriere e l’amministrazione. Tanto più che quest’ultima - era stato osservato inoltre dalla Procura - avrebbe effettuato controlli a campione, mentre la sezione giurisdizionale ha eseguito un controllo analitico che ha evidenziato anomalie, come il saldo negativo di alcuni conti correnti postali. L’avvocato Michele Cristoni, in rappresentanza di Unicredit, aveva replicato sostenendo che secondo l’interpretazione “letterale” del contratto non si poteva concludere per un obbligo di prelievo delle somme confluite sui conti correnti contemporaneo al versamento relativo e che non era in contestazione il calcolo effettuato dal magistrato relatore ma la decorrenza della valuta. La sezione regionale ha sottolineato il principio in base al quale i contratti della pubblica amministrazione devono avere termini e durata certi e che qualunque accordo non conforme alle previsioni contrattuali è nullo, oltre che illegittimo.©RIPRODUZIONE RISERVATA













Scuola & Ricerca

In primo piano