Insulta gli alunni prof licenziato
Un insegnante di educazione artistica delle scuole medie Bronzetti-Segantini, Giuseppe Sgrò è stato licenziato dalla Provincia per aver insultato gli studenti. «Sono solo infamità», ribatte dopo aver presentato ricorso davanti al giudice del lavoro, pronto anche a chiedere i danni. La Provincia ha deciso il licenziamento disciplinare contestandogli tre episodi: fatti riferiti da colleghi di Sgrò al dirigente che ha fatto segnalazione al competente ufficio della Provincia. Si va dalle parole pesanti durante un litigio ad una battuta boccaccesca in una lezione di educazione artistica, sino agli insulti verso alcuni studenti
TRENTO. Un insegnante di educazione artistica delle scuole medie Bronzetti-Segantini, Giuseppe Sgrò, licenziato dalla Provincia per aver insultato gli studenti. Il professore, però, contesta i rilievi che gli vengono mossi: «Sono solo infamità». E ha presentato ricorso.
La Provincia ha deciso il licenziamento disciplinare di Sgrò contestandogli tre distinti episodi. L'insegnante, che si è rivolto all'avvocato Alberto Frizzera, ha impugnato il provvedimento di licenziamento davanti al giudice del lavoro e ha chiesto anche i danni. La prima udienza si terrà davanti al giudice Giorgio Flaim l'8 ottobre. La Provincia ha affidato la propria difesa agli avvocati Nicolò Pedrazzoli, Lucia Bobbio e Monica Manica. Il licenziamento si basa su tre contestazioni diverse. In tutti e tre i casi, i fatti sono stati riferiti da colleghi di Sgrò al dirigente che ha fatto segnalazione al competente ufficio della Provincia. I fatti risalgono all'anno scolastico appena trascorso.
La prima contestazione è relativa ad un litigio tra Sgrò e un collega. Durante il litigio si sarebbero alzati i toni e sarebbero volate parole grosse. Sgrò non nega il litigio, ma spiega che sarebbe avvenuto in un'aula isolata, lontano da tutti e, soprattutto, spiega che lui non era il solo protagonista della scenata.
La seconda contestazione è più curiosa. E' riferita ad un episodio che si sarebbe svolto durante una lezione di educazione artistica. Secondo la Provincia, l'insegnante avrebbe detto ai suoi allievi che il personaggio ritratto in un quadro di Magritte avrebbe avuto un pene lungo trenta metri. La frase è stata sentita da un'altra insegnante che avrebbe poi segnalato l'episodio al dirigente. L'avvocato di Sgrò, però, spiega che la frase era del tutto diversa: «Il quadro in questione rappresenta un grosso pettine che è sproporzionato rispetto al personaggio ritratto. Per spiegare le proporzioni, il mio assistito ha detto agli allievi che se il pettine avesse avuto quelle dimensioni allora il capello sarebbe dovuto essere lungo trenta metri. Anche lo stesso studente cui è stata rivolta la frase ha confermato questa versione, ma la Provincia non ha dato peso a questa testimonianza e ha aggiunto la contestazione alle altre».
La terza contestazione, infine, riguarda un episodio che si sarebbe verificato prima del precedente. Secondo quanto sostiene la Provincia, durante il trasferimento di una classe all'aula di educazione artistica, Sgrò avrebbe insultato e sgridato pesantemente alcuni allievi. La versione dell'insegnante, però, è del tutto divergente. Il professore spiega che i suoi allievi durante il trasferimento avrebbero iniziato a far chiasso e per questo motivo li avrebbe redarguiti con toni severi, ma senza insulti. Tre dei ragazzi, comunque, hanno protestato con il dirigente e anche in questa occasione un'altra insegnante ha segnalato l'episodio. Quando si sono sommate le tre contestazioni, la Provincia ha deciso di procedere al licenziamento di Sgrò.
L'insegnante, nove anni fa, era stato sospeso per sei giorni quando lavorava all'istituto d'arte Vittoria. In quel caso la Provincia gli aveva contestato di aver insultato una studentessa e di aver schiaffeggiato una collega. Il procedimento penale che ne seguì, però, finì con l'archiviazione delle accuse nei confronti di Sgrò. Adesso il professore, però, rischia più grosso perché avrebbe dovuto passare di ruolo proprio quest'anno.