Inaugurato il nuovo canile da un milione di euro 

Località Centa. Archiviate (per ora) le tante polemiche, la struttura oggi ospita 40 animali Il sindaco: «Spazio di civiltà». Randagi quasi a zero, ma salgono le rinunce di chi si separa o ha figli 


Daniele Peretti


Trento. Un canile con 40 cani ospiti in rapporto ad una popolazione di circa 100 mila persone è già di per se stesso un successo. Perché l’obiettivo primario è quello di rispondere all’emergenza, dare ospitalità, ma poi il cane deve trovare la giusta dimensione famigliare: “Il primo bene che si fa adottando un cane è a se stessi, poi anche a lui, ma l’affettività che trasmette è unica”, parole dell'assessore Italo Gilmozzi. Ieri è stato ufficialmente inaugurato il nuovo canile comunale, in località Centa: tante le polemiche che lo hanno accompagnato, prima per i ritardi, poi per le gabbie. Polemiche che ora sembrano alle spalle.

Indicazione importante è quella che in Trentino il randagismo non esiste grazie sia ad una microchippatura diffusa, ma anche ad un sistema unico in Italia: “Abbiamo la possibilità di leggere il microchip anche tramite l’immagine trasmessa dal cellulare accedendo ad una banca dati – ha spiegato il dottor Matteo Amadori del Servizio Veterinario dell’Azienda Sanitaria – che individuato il proprietario lo avverte tramite sms, del ritrovamento del suo cane. Si tratta di una rete unica in Italia che ci permette di aver eliminato il randagismo e di avere a che fare solo con i casi di cani vaganti”.

Sono invece in costante aumento le rinunce di proprietà in gran parte dovute a separazioni o nascite di figli e dei cani abbandonati dai cacciatori perché non idonei alla caccia. Dal presidente della sezione trentina della Lega del Cane e responsabile del canile, Luca Lombardini, alcuni dati sulla struttura: sono 120 i volontari, ma decisamente meno quelli attivi, che si alternano a copertura dei turni giornalieri per i 365 giorni dell’anno. Attualmente sono ospiti del canile 40 cani per una capienza massima di 65 posti. I costi della struttura indicati dall'assessore Gilmozzi sono stati di 650 mila euro a carico della Provincia - quasi tutti spesi per la realizzazione della palazzina uffici – e di 330 mila a carico del Comune che hanno dato origine a due lotti di lavori oggi praticamente ultimati entrambi.

Ardito il parallelismo fatto dal sindaco Alessandro Andreatta tra il tempio crematorio e il canile: “Sono entrambe due opere che devono fare parte del tessuto urbano e non portati alla periferia come si vorrebbe. Si tratta di due testimonianze di civiltà che non vanno intesi come spazi urbani, ma come luoghi da vivere”. Con l’inaugurazione del canile si conclude una vicenda iniziata negli anni ‘80 quando a Trento c’era solo uno spazio nell’ambito del macello comunale. La svolta arriva con la legge 281 approvata nell'agosto del 1981 che vietava la soppressione del cane dopo 3 giorni dal ritrovamento. Nel 1992 nasce la struttura dell’ex Maso Sembenotti nel quale troveranno ospitalità, tra gli altri, i cani sequestrati a Nella Ruz con la punta massima di cani presenti di 140. Il resto è storia, polemicamente dibattuta, recente.













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