In Trentino 25 mila persone sono venute a contatto col virus 

L’epidemia. La stima dell’Azienda sanitaria, basata su uno studio effettuato sui dipendenti della sanità pubblica In settembre nuovi accertamenti per verificare se la presenza degli anticorpi può dare speranze di immunità



Trento. Oltre 5 mila contagiati ufficiali, ma i trentini che sono venuti a contatto con il virus (magari senza nemmeno saperlo) sono in realtà molti di più: 25 mila, secondo una stima dell’azienda sanitaria, secondo cui la diffusione del virus nella popolazione sarebbe attorno al 5 per cento. un percentuale molto inferiore rispetto alla realtà emersa dai test sierologici effettuati a inizio maggio nei comuni più colpiti dall’epidemia, con punte del 27 per cento a canazei e una media del 23 per cento nelle aree sottoposte allo studio, dove sostanzialmente un residente su quattro è venuto a contatto con il virus. i comuni dove è stato effettuato il test furono - oltre a canazei - campitello di fassa, vermiglio, borgo chiese e pieve di bono-prezzo, con percentuali di adesione molto alte (attorno all’85 per cento) da parte della popolazione. va evidenziato comunque che i test sierologici sono stati effettuati oltre due mesi fa e che i risultati descrivono la situazione precedente a quel periodo. attualmente - aveva spiegato la settimana scorsa il dirigente dell’azienda sanitaria antonio ferro - la situazione è molto migliorata tanto che la percentuale di positività riscontrata con screening successivi è stata di un caso su mille. quanto al resto della provincia, la stima del 5 per cento di persone contagiate si basa sui test sierologici effettuati sui dipendenti dell’azienda sanitaria, che sono estesi a tutti i lavoratori (e non solo quelli impiegati nei reparti con il maggior rischio di contagio). ebbene a questi test è emersa una percentuale di contagio attorno al 5 per cento, che - secondo gli addetti ai lavori - non è molto lontana rispetto a quella che si riscontrerebbe all’interno della popolazione generale del trentino. insomma - tenendo per buona la percentuale del 5 per cento - i trentini venuti in qualche modo a contatto con il virus sarebbero circa 25 mila. un numero comunque inferiore rispetto alle stime dell’azienda sanitaria effettuate nel pieno dell’epidemia, quando si riteneva che per ogni contagiato ufficiale (con il virus diagnosticato attraverso il tampone) ce ne sarebbero stati altri 8 non individuati. un calcolo probabilmente sovrastimato che porterebbe i contagiati totali a circa 40 mila.

La questione “immunità”

Ma queste persone sono immuni al virus? Su questo fronte - la cosiddetta patente di immunità - l’Azienda sanitaria ha parlato sempre chiaro: «Secondo le conoscenze attuali la patente di immunità non esiste». Secondo le conoscenze attuali non ci sono certezze sul fatto che un malato non possa ammalarsi nuovamente di Covid (ci sarebbero anzi evidenze del contrario) e non ci sono dati sulla permanenza degli anticorpi all’interno di un organismo che è venuto a contatto con il virus. Per approfondire le conoscenze su questo tema l’Azienda sanitaria ha già chiesto la collaborazione con tutte le persone che sono risultate positive ai test sierologici di maggio perché si presentino a distanza di quattro mesi (quindi a settembre) per effettuare un nuovo test che servirà per valutare l’evoluzione della presenza degli anti-corpi all’interno dell’organismo: «Seguiranno valutazioni ulteriori per stabilire se questi anticorpi hanno capacità neutralizzante su cellule in vitro e per il secondo prelievo previsto dopo 4 mesi la persistenza degli anticorpi nei soggetti positivi» si legge nelle conclusioni dello studio, effettuato con la collaborazione tra l’Azienda sanitaria di Trento e l’Istituto superiore di sanità.













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