Il nuovo senso unico “spacca” il quartiere 

Via Pietrastretta. Istituito da domenica scorsa, dopo quattro mesi di lavori. I residenti si dividono. Dai critici appelli su Facebook. I favorevoli: «Strada stretta e trafficata, serviva»


Jacopo Strapparava


Trento. Sul traffico in questa strada sono nate persino delle leggende. Si favoleggia, per esempio, di un’anziana signora, alla fine degli anni 80, che poco prima di morire rimase affacciata alla finestra dalle sette alle otto e mezza di mattina - era un giorno feriale qualsiasi - e arrivò a contare, in un senso o nell’altro, la bellezza di seicento automobili. «Una processione», raccontano nel quartiere. «Mi paiono troppe», mormorano gli scettici.

Sia come sia, ora il destino di via Pietrastretta e via alla Spalliera è a un punto di svolta. La strada, due stretti tornanti a gomito seguiti da una curva più larga, è quella che dal quartiere di san Martino - più o meno all’altezza del ristorante giapponese – sale verso la montagna e sbuca all’incrocio tra via Muralta, via Cervara e via Missioni Africane. A partire da domenica scorsa, dopo quattro mesi di lavori in cui era rimata chiusa al traffico, è a senso unico. Le macchine la possono percorrere solo in su, da valle verso monte.

Il quartiere è spaccato, le fazioni numerose come quelle di una guerra balcanica. C’è chi si rallegra, perché «su questa strada manca il marciapiede», «si deve camminare in mezzo alla strada», e «da Martignano vengono giù come pazzi». Ci sono ovviamente i contrari, impegnati in una battaglia a base di post su Facebook, appelli alla mobilitazione al caffè Silvana (il ritrovo del quartiere, a fianco della chiesa di San Martino) e raccolte firme di cui, nel tempo, si sono perse le tracce. C’è chi dice che, della via, basterebbe chiudere i primi trenta metri. E ci sono quelli cui il senso unico va bene, ma lo vorrebbero nell’altro lato, da monte verso valle, non da valle verso monte.

Qualcuno borbotta che il problema, semmai, è chi non abita in zona ma lavora in città, e parcheggia lì tutto il giorno: «Mettano le strisce blu».

Ora, via Pietrastretta e via alla Spalliera – stessa strada, due nomi diversi – per chi ci abita sono il fulcro di un quartiere un po’ appartato, fatto di case vecchie, molto pittoresco ieri con la prima neve dell’anno. Ma agli occhi di ogni agguerrito automobilista diventano uno svincolo strategico fondamentale, specie se devi andare in fretta dal fondovalle in collina o viceversa. E adesso, con il senso unico attivato, il traffico verso il centro è costretto a riversarsi o su piazza Venezia o sui Solteri, zone già trafficatissime. Come dice chi protesta, «che sia un giro o l’altro, il numero dei semafori da affrontare è triplicato».

Come faranno al Comune a districarsi in questo guazzabuglio? «Siamo attrezzatissimi», dice l’assessore all’urbanistica Alberto Salizzoni. E spiega: «Ci siamo mossi dopo averne discusso con i residenti e la circoscrizione», in un paio di incontri nella sede del circolo degli anziani di largo Nazario Sauro. «I prossimi sei mesi saranno una fase sperimentale: teniamo la situazione monitorata».













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