I sindacati: «Ora far ripartire i salari»

Cgil, Cisl e Uil riaprono la stagione dei contratti: «Le risorse a sostegno delle imprese devono ricadere anche sui lavoratori»


di Daniele Peretti


TRENTO. Se i dati lasciano intravedere l’uscita dal tunnel della crisi, i sindacati trentini annunciano che il 2016 dovrà segnare la riapertura della stagione dei contratti. Se il contesto economico migliora, si deve parlare della condizione economica dei lavoratori, perché la ripresa si incentiva dando un maggiore potere di spesa ai cittadini e innescando una positiva reazione a catena della produzione. Lo hanno ripetuto ieri a più voci i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti, tracciando il bilancio dell'anno che sta per concludersi per il lavoro e il sindacato.

I tre segretari hanno messo l'accento sugli importanti risultati conseguiti grazie alla concertazione tra parti sociali e istituzioni, il neonato fondo di solidarietà territoriale e Sanifonds («Speriamo ci facciano sapere cosa decidono sul ruolo della Regione»), ma hanno anche rivendicato la necessità che gli importanti sostegni che la finanziaria provinciale ha destinato alle imprese trovino una giusta valorizzazione nella riapertura del confronto sui rinnovi contrattuali, sia quelli di primo livello come nel caso del pubblico impiego, sia quelli aziendali o territoriali nel privato. In alcuni settori come il commercio e il turismo il contratto di secondo livello manca da moltissimo tempo.

Una spinta importante, ma non sufficiente in questa direzione dovrebbe arrivare dallo sgravio Irap per i premi di produttività previsto dalla finanziaria provinciale: «Avevano chiesto di più e ci è stato risposto che non c'erano risorse sufficienti, salvo assistere nelle ultime ore prima dell'approvazione in aula della finanziaria all'elargizione di nuovi sostegni alle imprese, anche sul lavoro stagionale», hanno attaccato i tre segretari.

Gli anni della crisi - hanno ricordato - sono stati anni di ammortizzatori sociali e blocco di quasi tutti i contratti: il pubblico impiego è fermo dal 2009 e nell'emergenza sono state bloccate anche le contrattazioni di secondo livello. «Il contesto generale - ha detto il segretario della Cgil Franco Ianeselli - parla di una ripresa che interessa tutti i settori ad esclusione di quello edile che in Trentino non registra ancora quelle note positive che si iniziano a riscontrare a livello nazionale. Tuttavia è venuto il momento di chiedere un maggior impegno ai datori di lavoro con i quali vorremmo far ripartire la contrattazione, ma anche nella difesa dell'occupazione e a favore dei giovani». Al centro dell'azione sindacale non solo i rinnovi contrattuali, ma anche un maggiore impegno a difesa dei lavoratori non standard e dei precari che - come ha detto Walter Alotti (Uil) - «hanno pagato l'emergenza generale finendo ai margini dell'attenzione». Per il segretario della Cisl Lorenzo Pomini la Provincia si è finora caratterizzata per interventi parziali: «In questo momento all'imprenditoria Rossi ha dato molto. Oltre agli sgravi fiscali, c'è la provincializzazione di alcuni impianti di risalita solo per fare qualche esempio ed allora non si può favorire sempre solo una parte: nel 2016 si dovrà pensare ai lavoratori». I sindacati escludono che un riavvio della contrattazione possa in qualche modo danneggiare l'occupazione, anzi «se si riesce a dare un ulteriore impulso all'economia non potrà che beneficiarne anche l'occupazione», prima di tutto quella giovanile che dovrà essere aiutata incentivando la staffetta generazionale ancora troppo poco utilizzata. «Se la nostra Provincia - ha detto ancora Pomini - svetta per un elevata qualità della vita, allora bisogna anche potenziare la capacità di spesa dei cittadini che resta uno dei fattori base dello sviluppo. È chiaro che le contrattazioni si riapriranno laddove è possibile farlo, senza andare ad arrecare ulteriori danni alle aziende in difficoltà».

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