Grandi centrali, cresce la produzione Incassi su di 2 milioni

Accordo Provincia-Hydro Dolomiti Energia: i rilasci d’acqua saranno ridotti del 13%, 80 milioni di kWh di energia in più


di Chiara Bert


TRENTO. La Provincia dà il via libera ad un maggior sfruttamento delle grandi centrali per la produzione di energia idroelettrica. Dodici le concessioni interessate: Malga Mare, Cogolo, PRedazzo, Val Noana, Carzano, Grigno-Costabrunella, Avio-Pra da Stua, Bussolengo-Chievo, Santa Massenza-Nembia, Torbole, Riva-Ponale, Boazzo-Cimego-Storo. «Complessivamente sarà recuperata una capacità produttiva stimata di circa 80 milioni di Kilowattora di energia, pari ai consumi elettrici annuali di circa 30 mila famiglie, senza bisogno di ulteriori opere», ha spiegato l’amministratore delegato di Hydro Dolomiti Energia Lorenzo Cattani. Il maggior incasso stimato è di almeno 2 milioni di euro all’anno, importo che varierà a seconda del valore dell’energia, con una riduzione di circa 26 mila tonnellate di anidride carbonica in atmosfera. Bertoli ha anche spiegato ad aumentare la quota di energia ceduta gratis alle amministrazioni pubbliche, «il 40% dell’utile netto generato andrà a finanziare investimenti sul territorio grazie all’incremento di canoni e sovracanoni rivieraschi e dei Bim».

Il protocollo d’intesa tra la provincia e Hydro Dolomiti, che è il maggior produttore idroelettrico in Trentino, mette in campo una sperimentazione da qui al 2020 che prevede di ricalibrare i valori di rilascio del deflusso minimo vitale (ovvero il quantitativo di acqua che deve essere garantito per assicurare la sopravvivenza delle comunità biologiche acquatiche) da alcune grandi derivazioni. «Con l'adozione del Bilancio idrico provinciale (quantità delle acque) e in particolare del Piano di tutela delle acque (qualità delle acque) è stata introdotta la possibilità di verificare l'eventuale adeguamento dei valori di deflusso minimo vitale in presenza di determinate caratteristiche del corso d’acqua identificate nei piani stessi», ha ricordato l’assessore all’ambiente Mauro Gilmozzi. Il protocollo prevede l’aggiornamento dei valori di deflusso minimo vitale per alcuni corsi d’acqua utilizzati a scopo idroelettrico che presentino un equilibrio ecologico buono. L'Appa vigilerà affinché l'equilibrio sia sempre preservato. Il progetto avrà un’attuazione progressiva ed entro la primavera del 2017 arriverà a regime con una riduzione media dei rilasci d’acqua di circa il 13% rispetto ai volumi oggi attuati. «Questo progetto - ha spiegato Gilmozzi - si accompagna all'attivazione, dal 1° gennaio 2017, dei rilasci da tutte le altre piccole derivazioni (circa un migliaio) nella misura di 2 litri al secondo per chilometro quadrato di bacino imbrifero. Nel suo complesso, quindi, la comunità trentina potrà registrare un ulteriore passo in avanti nel percorso di recupero della quantità e della qualità delle acque. Negli ultimi anni stiamo registrando una serie di nuove manifestazioni di interesse rispetto all'utilizzo plurimo delle risorsa idrica e il nostro impegno va nel senso di ricercare, anche attraverso processi che coinvolgano le comunità locali, soluzioni in grado di contemperare le diverse esigenze – pesca, sport acquatici, ricreazione, usi agricoli, idroelettrico – ferme restando le priorità assolute dell'uso potabile e della qualità dell’acqua».













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